I Bobcats dalla prossima estate riprenderanno il nome avuto tra il 1988 e il 2002 e ripristineranno le maglie viola e turchese. His Airness: “Era il marchio di fabbrica del team originale.” E MJ ben li conosceva, visto che nei playoff se li è spesso trovati davanti nei suoi anni d’oro!

Michael Jordan, proprietario dei Charlotte Bobcats , ha dichiarato che la sua squadra userà il viola e il turchese come colori primari quando la franchigia tornerà a chiamarsi Hornets dall’inizio della prossima stagione. Si tratta degli stessi colori impiegati da quegli Hornets che giocavano a Charlotte tra il 1988 e il 2002, prima del trasferimento della franchigia a New Orleans. Il nuovo schema cromatico verrà accentuato da dettagli in nero, grigio e azzurro.

 MARCHIO DI FABBRICA — Il nome Hornets è diventato disponibile dopo che il nome della franchigia di New Orleans è diventato Pelicans all’inizio di questa stagione. In un comunicato stampa rilasciato domenica, Jordan ha dichiarato che “per noi la decisione di tornare al vecchio nome era un modo per riconoscere l’importanza che hanno avuto gli Charlotte Hornets. I colori viola e turchese erano poi un marchio di fabbrica degli Hornets originali”. Da lunedì, la squadra darà il via a una tre settimana incentrata sul “ridipingere la città” con il ritorno del viola e del turchese a Charlotte. (Fonte: Gazzetta dello sport)

La nuova campagna di Charlotte. Ap
La nuova campagna di Charlotte. Ap Gazzetta dello Sport

E allora, quale migliore occasione per ricordare quei fantastici Charlotte Hornets, che hanno calcato i palcoscenici Nba dal 1988 al 2002, prima di trasferirsi a New Orleans?

Gli Hornets vengono accolti nella Lega nel 1988, dove, grazie al draft di espansione, riescono a mettere insieme una squadra per cominciare la loro avventura. I primi anni saranno ovviamente contrassegnati da insuccessi e sconfitti, ciò nonostante però sin dall’inizio a Charlotte riuscirono a selezionare alcuni dei giocatori che poi ne segneranno le sorti sportive.

Infatti, già nel 1988, a Charlotte fa la sua apparizione un giovane 25enne di nome Muggsy Bogues, alto appena 160 cm, gran palleggiatore e con una visione di gioco pazzesca, anche se nella prima stagione fu spesso relegato in panchina, anche a causa dei pregiudizi sulla sua altezza.

Con lui Dell Curry, ai tempi 24enne formidabile tiratore da tre punti, ad oggi semplicemente il papà di tale Steph, una delle migliori guardie delle Lega. Non erano loro però le punte di diamante di quella squadra, che si fondava su Tripuka, Chapman e Kurt Rambis.

Dopo tre stagioni nell’anonimato, finalmente, nel 1991, al draft arriva la pick che cambia il destino di una franchigia, ovvero Larry Johnson, formidabile power forward di 200 cm, grandissimo talento dall’università di Nevada Las Vegas. Ma non è finita qui, l’anno dopo viene selezionato anche Alonzo Mourning da Georgetown, università prestigiosa da dove sono sempre usciti grandi centri. Il risultato è evidente, 44-38 e tanta strada nei playoff, fino a giungere nel 1993 alle semifinali di Conference, sconfitti 4-1 dai Knicks che poi cederanno il passo ai Bulls in viaggio verso il primo 3peat.

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Quella squadra aveva un quintetto strepitoso, con la coppia sotto i tabelloni formata da Mourning, 21 punti e 10.3 rimbalzi, e da Johnson, 22,5 punti e 10 rimbalzi, con 4.3 assist di media. Attorno a loro operava Muggsy Bogues, playmaker da doppia doppia in assist e punti, ormai leader emotivo, più Kendall Gill da 17 punti di media, e David Wingate. Dalla panchina Johnny Newman e il citato Dell Curry, 15 di media e capace di aprire il gioco con le sue triple siderali.

L’anno successivo, condizionato da un lungo infortunio sia di Mourning che di Johnson, gli Hornets, nonostante le crescenti aspettative, non raggiunsero i playoff nel 1994 e, invece,  furono battuti al primo turno dai Chicago Bulls di Michael Jordan, nel 1995. Durante l’estate la dirigenza decise che era ora di cambiare qualcosa, anche perchè le due star non andavano molto d’accordo ( e avrebbero avuto modo di dimostrarlo in una rissa qualche anno dopo, durante i playoff, in una serie tra Heat e Knicks).

Qui di seguito il video di quella memorabile rissa, in gara 4 dei playoff 1998:

Arrivarono così dai Miami Heat, al posto di Mourning, l’ala piccola Glen Rice e il centro Matt Geiger chediedero una mano a risollevare le sorti della franchigia. Nel 1996 arrivò anche l’ala Anthony Mason e uno scambio con i Lakers portò il 18enne Kobe Bryant (scelto nel draft 1996) a Los Angeles per Vlade Divac. Lo stesso anno Glen Rice giocò la sua migliore stagione finendo al terzo posto nella classifica dei punti segnati e vincendo il titolo di MVP nell’All-Star Game.

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Anche l’anno successivo fu pieno di successi: gli Hornets trainati da Rice raggiunsero il secondo turno dei play-off stoppati ancora una volta dai Bulls di Jordan. Nel 1999 Glen Rice viene scambiato con i Lakers per Eddie Jones e Elden Campbell, e gli Hornets non entrano nei playoff come ultima squadra classificata, ma riuscirono ad ottenere la terza scelta assoluta con cui ottengono Baron Davis.

Col Barone e David Wesley arrivarono gli ultimi successi, che però si consolidarono soltanto a New Orleans, con Jamal Mashburn, PJ Brown e Jamaal Magloire. Nell’ultima stagione a Charlotte, comunque, gli Hornets raggiunsero nuovamente le semifinali di conference, sconfitti dai Nets di un super Jason Kidd. In quella squadra spiccava in grande Mashburn da 22 di media, con 6 rimbalzi e 4 assist, nonchè un Barone da 18 e 9 assist. Ma non era questa la versione Hornets che appassionò milioni di telespettatori. E non era neanche quella di Glen Rice, seppure raggiunse altissimi livelli.

Gli Hornets che tutti ricordiamo, con i colori che Jordan adesso vuole riportare in auge, e con il grandissimo piccolo uomo Tyrone Muggsy Bogues, sono quelli dei primi anni 90, con una front line pazzesca, anche se breve per durata, che giocava una pallacanestro divertente e veloce. E MJ ben se li ricorda, volendo utilizzare quel ricordo per risollevare l’appeal di una franchigia ormai in disgrazia, nella quale il nickname Bobcats non ha mai riscosso successo. E allora ben tornati calabroni, dal prossimo anno si ricomincia!