image

Pensate alla Nba, pensate a Lakers e Celtics, subito dopo i Knicks, anche se in realtá per i più giovani forse Spurs, Bulls e ovviamente Heat sono ad un livello superiore.
Ma non è così, negli Usa giocare per i Knicks equivale ad aver raggiunto il top della Nba, un pò perche si tratta della squadra più importante della Big Apple, la grande mela, la cittá più importante degli States, un pò perchè i Knicks risentono ancora della leggenda di cui si sono avvolti nei primi anni 70, quando dominarono la Lega raggiungendo due titoli Nba, nel 1970 e 1973.
Vincenti, quindi, con un roster pazzesco, capace di sconfiggere i Lakers di Wilt Chamberlain e Jerry West per due volte, nonchè i Celtics del post Russell, ritiratosi nel 1969.
Quella squadra, diversa nei due episodi vincenti, era molto forte ed incentrata attorno a Willis Reed nel primo episodio vincente, fortissima con Black Jesus nel 1973, oltre a Walt Frazier ed ai soliti noti, con un Reed meno al centro dei giochi nel secondo anello.

image

Per quei Knicks, le cose iniziarono a cambiare con il draft del 1964, quando la franchigia scelse come prima scelta proprio il pivot Willis Reed, vincitore nel 1965 del premio matricola dell’anno, e con l’ingaggio, nel 1967, del playmaker Walt Frazier.
Poi, nel 1970, il primo titolo, vinto battendo in finale i favoritissimi Los Angeles Lakers dopo 7 durissime gare, grazie a due grandi prestazioni di Walt Frazier e di Willis Reed.
Reed, grazie ad una prestazione coraggiosa nonostante un infortunio alla caviglia, in particolare con due piazzati iniziali che diedero fiducia a tutta la squadra, fu premiato come MVP della finale. Questo titolo, unito ai riconoscimenti di MVP della regular season e dell’NBA All-Star Game, fece di Reed il primo giocatore della storia della NBA a vincere la prestigiosa Triple Crown. A lui principalmente si aggiunse Frazier, autore di una fantastica tripla doppia in gara7.

Nel 1971 i Knicks non riuscirono nell’impresa di riconquistare il titolo NBA uscendo sconfitti nella finale di Conference dai Baltimore Bullets di Earl Monroe. Nel 1972 i New York Knicks, rafforzati dagli acquisti dello stesso Monroe e di Jerry Lucas, ritornarono in finale di nuovo contro i Lakers ma questa volta fu Los Angeles a prevalere in 5 partite. La squadra della Grande Mela vinse il suo secondo titolo sempre contro i Lakers nel 1973 dopo 5 gare, anche in questa finale Willis Reed vinse il titolo di MVP.

La squadra del 1973 era davvero forte, con un Walt Frazier da 21 punti, 7 rimbalzi e 7 assist, Earl Monroe da 16 di media, DeBusschere da 15 punti e 11 rimbalzi, Willis Reed da 13 e 8, un grande futuro senatore, Bill Bradley, da 14 di media, più Jerry Lucas, Phil Jackson, Henry Bibby e John Gianelli. Davvero pazzeschi.

E allora perchè i Knicks tra le perdenti di successo? Proprio perchè da allora per i Knicks sono arrivate solo delusioni, con qualche apparizione ai playoff negli anni 80, guidati da Bernard King e poi da Patrick Ewing. Ma al massimo si arrivò ai playoff, sempre dietro a Celtics, Sixers, Cavaliers e poi Pistons, Bulls e anche Hawks.

Certo, meglio delle delusione e dei disastri combinati da Isiah Thomas nel nuovo millennio, fino all’arrivo di Gallinari e Stoudamire e poi di Melo Anthony, che ha riportato i Knicks al top negli ultimi anni.

Ad ogni modo, le versioni dei Knicks che ricordiamo come squadre vincenti e davvero arrivate ad un passo dal titolo, sono chiaramente quelle del 1994 e 1999, in contumacia Jordan e poi nel post MJ, perchè con lui sul parquet negli anni 90 non c’era storia. Ma andiamo con ordine.

Tra il 1992 e il 1994 i Knicks espressero il loro miglior potenziale concludendo la Regular Season sempre con oltre 50 vittorie ma venendo sconfitti rispettivamente in semifinale di Conference con i Chicago Bulls (4-3), nel 1992, e in finale di conference sempre con i Chicago Bulls (4-2), nel 1993, nonostante il vantaggio del fattore campo.

image

Nel 1993/94, finalmente, dopo anni passati a subire la delusione della sconfitta contro i Bulls invincibili, con il ritiro di MJ, i Knicks guidati da Pat Ewing (24.5 punti e 11 rimbalzi di media) si presentarono come favoriti nella Eastern Conference, con Oakley (12 punti e 12 rimbalzi) a fare da spalla difensiva al centro giamaicano, più un John Starks alla miglior stagione in carriera (19 punti e 6 assist). Con loro i vari Derek Harper, Charles Smith, Anthony Mason e Greg Anthony.
In stagione regolare arrivò un record di 60 vittorie, preludio a dei grandi playoff, nei quali i Knicks eliminarono facilmente i Nets e poi, in grandi serie, prima i Bulls e poi i Pacers di Reggie Miller, entrambi sconfitti per 4-3.
In finale, gli Houston Rockets di Hakeem Olajuwon, mvp della Lega nel 1994, il meglio che una finale potesse offrire a quel tempo, a livello di scontro da centri Nba.
Vinsero i Rockets per 4-3, iscrivendosi così nella storia e lasciando ai Knicks l’onta della sconfitta, sebbene si fossero portati in vantaggio per 3-2. Nonostante in sostanza la differenza alla fine si potè ricondurre ad un pessimo Starks in gara7 nonchè ad un suo tiro decisivo stoppato proprio dal centro nigeriano, alla fine in realtá Olajuwon risultò un pò più forte di Ewing nel corso della serie, vincendo titolo di mvp e portando a casa il primo dei suoi due titoli.

 

image

Seconda versione di perdenti di successo in casa Knicks è sicuramente quella del 1999, anno del lockout e di una stagione dimezzata. Ancora attorno a Pat Ewing, stavolta con Larry Johnson e Latrell Sprewell al suo fianco, i New York Knicks si qualificarono ottavi nella propria Conference ma inaspettatamente, con un’incredibile cavalcata nei play-off, arrivarono in finale. Questa cavalcata dei Knicks iniziò contro i loro più grandi nemici, i Miami Heat, che furono sconfitti dopo 5 durissime gare grazie a un incredibile tiro di Allan Houston. In seguito riuscirono a battere facilmente gli Atlanta Hawks per 4-1 e poi, in finale di Conference, incontrarono gli Indiana Pacers di Reggie Miller e Rik Smits, che furono eliminati 4-2.
Purtroppo, alle finali NBA arrivarono a pezzi, con Ewing fuori per infortunio e Larry Johnson, con barba lunghissima ma a mezzo servizio: dovettero quindi arrendersi ai San Antonio Spurs di David Robinson e di un giovane Tim Duncan in 5 gare. L’inizio dell’era Spurs, l’inizio della fine per New York. L’unica consolazione per i Knicks fu quella di essere diventata la prima squadra classificatasi ottava nella propria Conference ad arrivare in finale.

image

Perdenti di successo, insomma, sebbene con un glorioso passato negli anni 70. Oggi i Knicks ci riprovano con Anthony, Chandler, Jr Smith e con il nostro Andrea Bargnani, per provare ad arrivare fino in fondo, per tornare ai livelli che competono alla Big Apple!

Andrea Di Vita