Grande partita, grande spettacolo. Si affrontano due squadre quadrate, dure, aggressive, che non mollano mai. Roma vive un periodo fantastico, la squadra gira a mille, nessuno molla un attimo in difesa, l’unico obiettivo è dare sempre il massimo, mettere l’anima in campo, e questo spesso equivale a vincere. Dall’altra parte anche Varese è ormai una grande squadra, capolista dall’inizio della stagione, tosta sia in attacco che in difesa, giusto mix tra esperienza e giovani rampanti.

STARTING FIVE:

Varese:  parte con Green, Banks, Ere, Sakota e Dunston, in ordine di ruolo dal play al pivot. Green è il leader della squadra, tiene in mano il gioco e detta i ritmi ai compagni di squadra. Produce 13.6 punti, 6 assist e 4.8 rimbalzi, è utile in ogni lato del campo, gioca in penetrazione per concludere per sé stesso o per scaricare, tira col 40% da tre, è grosso fisicamente e porta gli avversari più piccoli in post basso. Da lui Varese non può prescindere, sta in campo 32 minuti a partita. Il faro della squadra.Banks e Ere sono le bocche da fuoco, il primo porta quasi 15 punti di media alla causa varesina, è fenomenale quando va in palleggio, arresto e tiro, grandi percentuali di realizzazione, sembra abbia le molle, sotto questo punto di vista (e solo questo) sembra il primo Carlton Myers della Scavolini Pesaro. Il secondo ha grande fiducia, segna 14 punti con sei rimbalzi di media, dopo un inizio folgorante, è stato limitato da un infortunio ma adesso è in ripresa, le sue triple siderali sono devastanti per gli avversari, il suo aiuto a rimbalzo fondamentale per vincere le battaglie sotto i tabelloni.Sakota è l’ala forte titolare anche se gioca molto meno di Polonara, che finisce le partite, è il lungo atipico che segna da tre punti e, statene certi, segna davvero. Dunston è un toro, elevazione pazzesca, forte fisicamente e dotato anche di discreta tecnica, per lui 15 punti e 7.5 rimbalzi di media, giocatore anche difensivo, capace di chiudere i varchi e ottimo stoppatore, in attacco invece conclude con schiacciate e soprattutto con un movimento spalle a canestro verso il centro dell’area, lasciando andare la palla da molto in alto.

Roma: La squadra capitolina risponde con Taylor, D’Ercole, Datome, Czyz e Lawal. Il quintetto della Virtus, escluso Czyz, chiude le partite sempre in doppia cifra. Taylor ne mette a referto 11.3, con 3.5 assist e partita, sta tirando però male da 3 punti (29%), ma è giovane ed è in netto crescendo, la squadra e sempre più nelle sue mani e comanda uno dei pick’n roll più devastanti del campionato. Lorenzo D’ercole, ex stellina del settore giovanile della Montepaschi Siena, si sta confermando giocatore di categoria, tiene bene il campo, gioca sia play che guardia, in 25 minuti di media sul parquet gli si chiede perlopiù di dare equilibrio e di punire gli avversari col tiro pesante (quasi il 42%).   Datome ormai non ha più bisogno di aggettivi. Nel pieno della sua maturità, ha acquisito ormai una tale consapevolezza nei propri mezzi che riesce a fare tutto sia fronte che spalle a canestro. Giocatore poliedrico e completo, è il miglior realizzatore con quasi 17 di media, 6 rimbalzi e un impressionante 95,3 % nei tiri liberi. Chiudono i lunghi Czyz e Lawal. Il polacco ha grandi potenzialità, prende rimbalzi, è un combattente, può attaccare i lunghi avversari anche dal palleggio, partendo fronte a canestro, ha notevoli margini di miglioramento. Il nigeriano, infine, è una forza  della natura, potente e fisico, il pivot di Roma ha un’elevazione fuori dal comune. Schiacciate, stoppate, rimbalzi e intimidazione sotto canestro. Produce quasi 15 punti e 9 rimbalzi a partita.

PANCHINA:

Varese: in panchina a Varese è esploso Achille Polonara, anche se, con 25 minuti di media, ormai è un sesto uomo alla Ginobili. Produce quasi 11 punti, 6 rimbalzi e 2 recuperi a partita, con un high di 8. Dalla panchina porta atletismo, freschezza atletica, contropiede e tante stoppate. Dietro di lui c’è De Nicolao, altro argento europeo under 20, play-guardia rapidissimo, buon ladro di palloni, ottima difesa e discreto tiro da tre punti, al momento più efficace da guardia, accanto a Green, perché ad altissimi livelli manca ancora di esperienza e leadership per guidare i compagni. Il ragazzo padovano sarà fondamentale perchè è la vera arma varesina per limitare i playmaker avversari. Infine, come detto, Cerella sta rientrando da un brutto infortunio, Rush sta dimostrando di meritare i minuti che gli vengono concessi e Talts è il centro di riserva, con compiti perlopiù difensivi.  Nel complesso panchina più lunga, con almeno due uomini che producono un contributo costante.

Roma: Inizialmente molto olto corta nelle rotazioni, anche questo, forse, è servito a creare una migliore chimica di squadra. Proprio per questa ragione, il sesto uomo è Goss, che spesso finisce le partite, guardia che fa anche giocare i compagni ma che non si esime dal prendersi tiri e responsabilità, produce quasi 14 punti di media con percentuali intorno al 40% sia da due che da tre. Parte dalla panchina per scelta tecnica, per avere un uomo di grande valore che può rompere le partite. Adesso nel settore esterni è arrivato anche Faisal Aden, atleta notevole, ancora da inserire ma già capace di dare minuti di rotazione e contributo difensivo. A seguire Lorant e Bobby Jones cambiano i lunghi, quest’ultimo spesso in quintetto negli ultimi tempi. Portano tiro dalla lunga distanza il primo, forza fisica e rimbalzi il secondo. L’impressione è che Roma, comunque, adesso non dipenda più soltanto dal suo quintetto. La panchina è cresciuta.