Compatta, talentuosa, grintosa. Questo l’identikit dell’Aquila Trento, capolista a più 4 dal folto gruppo di inseguitrici. Noi stessi, nel nostro ranking estivo, avevamo indicato Trento come la possibile sorpresa del campionato; tuttavia la marcia dei ragazzi di coach Buscaglia sorpende anche noi, per l’autorevolezza che pian piano Forray e compagni hanno acquisito nel tempo e che gli ha consentito di inanellare 8 vittorie consecutive, con molti scalpi di squadre prestigiose: ultima la grande rivale dello scorso anno, la Sigma Barcellona, che cede in casa 76-78 col tap-in vincente di Davide Pascolo ad un secondo dalla fine. Quinta vittoria su cinque partite per Trento a Barcellona, ormai vero e proprio incubo della tifoseria giallo-rossa. Eppure i ragazzi di Perdichizzi hanno senza dubbio prodotto una prova importante, andando all’intervallo lungo sul +12 (43-31); Trento tuttavia è in un momento a dir poco esaltante, e nel terzo periodo piazza un parzialone di 15-0 che le consente di rientrare e giocarsi la partita nell’ultima frazione. Apporti decisivi di Davide Pascolo e Filippo Baldi Rossi: il primo, ala in piena esplosione, stampa 28 punti e 13 rimbalzi, e viaggia con  medie stagionali di 14,3 punti a gara e 11 rimbalzi; il secondo, virtualmente cambio di Lechtaler, è in realtà un centro atipico, che consente a Buscaglia di poter apportare adattamenti tattici necessari per vincere partite importanti come quella coi siciliani, e che dalla panchina firma 14 punti (2/2 da 3 e 4/5 da due) viaggiando a medie di 8.6 punti e 7 rimbalzi. Trento che ovviamente trova anche prestazioni importanti dai suoi big con Elder, Triche e Lechtaler tutti in doppia cifra (13, 16 e 14 punti). Barcellona paga probabilmente l’inferiorità sotto canestro, con Fantoni e Toppo che insieme fanno 10 punti (contro i 28 della coppia Lechtaler – Baldi Rossi); fortunamente per i siciliani c’è un Filloy in grande spolvero, che mette in campo quella che gli argentini chiamano la garra, totalizzano 24 punti e 10 rimbalzi; per una volta, prestazione umana di Collins (13 punti e 9 assist) e di Young. Per i siciliani quindi seconda sconfitta consecutiva, dopo quella di Trieste, e primi mugugni tra i tifosi, con tanto di dichiarazione di fiducia di Riva sull’operato di Perdichizzi; poca pazienza intorno alla creatura di Immacolato Bonina, con una squadra che deve convivere con l’assillo di essere sempre all’altezza dei proclami estivi; Trento invece, senza alcun assillo, continua la sua marcia sulle ali dell’entusiasmo, riproponendo agli osservatori la stessa domanda da circa un mese: dove può realmente arrivare l’Aquila?

Altra conferma societaria era arrivata la scorsa settimana nei confronti di Demis Cavina, coach di una Napoli che aveva bisogno di una profonda scossa per provare a rilanciarsi in una difficile risalita. Detto fatto, la Expert espugna Brecia, vincendo 68-76 dopo un tempo supplementare, con una sontuosa prestazione di Kyle Weawer, immarcabile con 26 punti e 35 di valutazione. L’americano fa la differenza, catalizzando gli attacchi napoletani e mettendo pressione ad una stanca Leonessa. La squadra di coach Martellossi sembra aver finito la benzina in questo periodo, come testimoniano l’unico punto segnato nel supplementare contro Napoli, le 17 palle perse e le basse percentuali al tiro (50% da 2 e 20% da 3) . La squadra di Martellossi peraltro esce dal doppio turno casalingo con 0 punti, mostrando ancora una volta quello che forse è il suo più grande limite, patito fin dalla trasferta a Trapani, cioè la mancanza di killer istinct. Una vittoria nelle ultime quattro e primato, alla portata visto il calendario, ampiamente sfumato. Tornando a Napoli, è presto per dire se l’Azzurro si sia ritrovata o meno; di certo la vittoria di Brescia da morale, e zittisce per il momento le critiche piovute sulla squadra per l’inizio di campionato disastroso; va detto però che questo torneo consente veramente a club come quello partenopeo di risalire la classifica (vedi Capo d’Orlando), a patto che Napoli ci metta del suo; attenzione però a non farsi prendere dai facili entusiasmi, poiché la classifica parla ancora di terz’ultimo posto.

Finisce la striscia dell’Orlandina, che cade in casa contro una Trieste sorprendente con il risultato di 80-83. La squadra di Dalmasson esce da una striscia terribile (Torino, Barcellona, Capo d’Orlando) con 6 punti.  Tutti portano qualcosa alla causa triestina, che chiude la gara col 50% da 3, creandosi 11 volte una seconda chance di tiro (contro le 5 di CdO); tra i singoli spicca il sorprendente Mastrangelo che firma 15 punti in 27 minuti giocati.  Serata no invece per i paladini che inseguono per lunghi tratti della gara, e si  intestardiscono da tre, ottenendo pessimi risultati: 4/23 a fine gara (che detto in percentuali vale il 17,4%) , di cui 1/11 solo nell’ultimo quarto. Non incidono gli italiani, e i soli Archie e Mays provano a tenere su la baracca rispettivamente con 23 e 15 punti. Alla fine quindi la marcia dell’Upea si ferma a sette vittorie di fila, che hanno segnato il momento esaltante della “rinascita” in campionato, dopo le tre sconfitte iniziali. Caduta fisiologica, che lascia sicuramente l’amaro in bocca ai tifosi paladini, ma non preoccupa per il futuro, visto che la squadra di Poz ha dimostrato di sapersi esaltare proprio quando c’era da tirare fuori gli attributi. Per Trieste decimo posto (a 10 punti in coabitazione con Ferentino) e classifica per il momento serena, con il roster in forma e molta autostima. A questo punto del campionato una tranquilla salvezza sembra proprio alla portata dei triestini, con una lotta salvezza che pare destinata a riguardare sicuramente Imola e Forlì, con Casale più dei triestini a rischiare di esservi invischiata.

Dopo un periodo di appannamento, torna alla vittoria anche Torino, che annienta Veroli, con il punteggio di 86-71. La partita con i ciociari può segnare una svolta importante per il campionato della Manital che, oltre a ritrovare la vittoria casalinga dopo due sconfitte, porta per la prima volta a referto i suoi due coloured, Steele e Bowers, seppur con minutaggi estremamente limitati, vuoi perché il primo tornava da un fastidioso infortunio, vuoi perché il secondo era alla prima settimana di lavoro con i nuovi compagni. Comincia quindi una nuova fase della stagione per Pillastrini, che finalmente potrà contare su rotazioni più ampie, e soprattutto potrà contare su un livello qualitativo molto alto per tutti i 40 minuti. Dicevamo di una grande prestazione di Torino, che già all’intervallo lungo rifila 22 punti alla squadra di Ramondino, con un Mancinelli incontenibile che sigla 19 punti, che domina nel pitturato insieme a Valerio Amoroso (anche per lui 19 punti). I due formano una coppia atipica di difficilissima lettura (necessità vista l’assenza dell’influenzato Woichechowski) con Amoroso che da pivot mette a referto un 5/6 da tre e Mancinelli che impiegato da 4, non sbaglia un colpo, con il 100% da 2 e ai liberi, tirando giù tra le altre cose, 10 rimbalzi. Il rebus si rivela presto irrisolvibile per Veroli, che oltretutto non troverà mai una certa continuità in attacco tirando col 28% da 3 e col 51% da 2. Torino ha inoltre dominato a rimbalzo (32 totali contro i 21 degli ospiti), godendo anche delle ottime prestazioni dei senatori Stoikov (12 punti) e, soprattutto, di Evangelisti (17 punti), autentico cecchino dal perimetro (5/6 da 3). Veroli dal canto suo, ottiene ottime risposte da Tommassini e da Casella (18 punti in 28 minuti giocati), con un tentativo di rientro nella seconda parte di gara, che si ferma sul -9. Due punti quindi per Torino, che ricomincia la sua corsa, guardando al futuro con ottimismo, visto il pieno recupero di Mancinelli e il prossimo di Steele, oltre che la graduale integrazione di Bowers. Un gruppo che adesso può contare su tante risorse sia offensive che difensive, da cui però ci attendiamo una rapida rincorsa alla testa della classifica, Trento permettendo. Per Veroli invece, una sconfitta quasi fisiologica: il campionato dei ciociari, pur estremamente positivo, si sta mano a mano normalizzando, cedendo il passo a squadre più attrezzate. Il campionato dei ciociari sarà probabilmente rivolto alla conquista di uno degli ultimi posti disponibili per i playoff, obiettivo tra l’altro alla portata per la squadra di Ramondino, che ha ampiamente dimostrato di non essere seconda a nessuno per quanto riguarda il carattere.

Verona asfalta Trapani 90-68, con un super break finale (30-11 il parziale dell’ultimo quarto) dopo che i granata avevano chiuso in scia il terzo quarto sul punteggio di 60-57. Ventidue punti di differenza che non ci stanno a ben vedere,  tra le due formazioni, frutto di una panchina estremamente profonda per i veneti, e di una coperta fin troppo corta per la squadra di Lardo. La Lighthouse gioca infatti, praticamente da sempre, in 8, e si presenta a Verona con Parker che a causa di un infortunio non si è allenato per gran parte della settimana, e soprattutto con  Baldassarre che convive da qualche partita con acciacchi fisici che non gli consentono di dare il massimo. Proprio in coincidenza del calo dell’ala nata in Svizzera, sono coincise le due sconfitte consecutive di Trapani, che quando non può mettere in campo tutto il suo agonismo, diventa una squadra normale. Contro Verona il copione è stato più o meno quello della sconfitta casalinga contro Ferentino, con i granata che fanno fatica nel secondo quarto, rimettono in sesto la gara nella terza frazione grazie anche ad un generoso Lowery (21 punti per lui), e crollano nel finale di partita. E’ chiaro quindi che la coperta sia corta, ma questo non pregiudica l’ottimo lavoro fatto finora da coach Lardo e dai suoi ragazzi che possono comunque vantare un rapporto vittorie-sconfitte pari a 6:5, che non è per niente male per una matricola. Largo però all’ottima prestazione di Verona, in cui Joe Smith fa la parte del leone con i suoi 22 punti, e Gandini concede una prova tutta sostanza con 13 punti e 12 rimbalzi. Come detto in precedenza però, è la lunghezza del roster della Scaligera a fare la differenza, e proprio contro Trapani vanno tutti a referto. Caratteristica fondamentale per una squadra che può effettivamente puntare in alto; la terza vittoria consecutiva segna un periodo di crescita costante per la squadra di Ramagli, che ha affrontato squadre gradualmente sempre più in forma (Imola, poi Napoli, poi Trapani): ora per certificare l’uscita dalla crisi ci vuole una vittoria sulla quotatissima Barcellona, possibile sfruttando il fattore campo. Dopo di che sapremo di che pasta è fatta Verona.

Facile vittoria di Biella su Imola. La squadra di Esposito esce con le ossa rotte dallo scontro con i piemontesi, terminato  98-63. Dopo due sconfitte consecutive, a Barcellona e a Jesi, Biella riprende a respirare, in attesa dell’insidiosa trasferta di Trapani. Cinque giocatori in doppia cifra (Berti 10, Raspino 13, Lombardi 15, Voskuil 17, Hollis 18), e nove a referto ( e dominio sotto le plance (39 rimbalzi a 30), sembrano spiegare il  largo successo dei piemontesi che dominano la gara sin dal primo quarto. Imola si spegne subito, ed è lo stesso coach Esposito a spiegare che la squadra soffre di un blocco psicologico appena incontra le prime difficoltà. Imola ad ogni modo è allo sbando, incassa la settima sconfitta consecutiva e viene superata in classifica anche da Forlì; in tal senso la società pare si stia muovendo sul mercato, nonostante le esigue possibilità economiche. La squadra di Corbani invece interrompe la striscia negativa, e trova conforto anche nella panchina, come nel caso di Lombardi e Berti. Come per Veroli, probabilmente, anche il campionato di Biella è in via di “normalizzazione”. La sconfitta a Jesi ha dimostrato come la squadra di Corbani non sia ancora propriamente pronta per il salto di qualità mentale che le consentirebbe di ambire ad un campionato da prime 4. Riteniamo tuttavia che l’Angelico sia una squadra imbottita di talento, forse anche più di altre già considerate virtualmente ai playoff, e che per tale motivo questo salto di qualità sia possibile; chiaramente la misura di tutto ciò sono le trasferte, e già dalla prossima ( in Sicilia a Trapani) vedremo realmente che margine di crescita ha questa squadra.

In quel di Ferentino avrebbero molto da dire sui margini di crescita. In questo senso un altro passettino è stato fatto dai gigliati con la vittoria su Jesi per 93-78: quarta vittoria nelle ultime cinque, decimo posto in coabitazione con Trieste e zona playoff nel mirino. Jesi tuttavia rende la vita difficile ai padroni di casa per due quarti, andando all’intervallo lungo sul 39-48; nel terzo quarto però la Fmc piazza un piarzialone decisivo (30-16) e si rimette in carreggiata. Grande serata per i talenti offensivi amaranto, con Giuri a quota 10, Bucci 19, Kyle Jhonson 22 e Pierich a quota 26 punti; dall’altro lato come sempre fà e disfà Leemire Goldwire, autore di 30 punti, coadiuvato da Santiliangeli (17 per lui). Ferentino dimostra di essere più squadra, stando anche a quel che ci dice la voce assist (16-10); del resto il limite di Jesi è questa dipendenza da Goldwire, unico faro offensivo della squadra. Parlando di margini di crescita, in questo senso Jesi ha un po’ deluso i più, non solo per la mancanza di continuità in trasferta, ma anche per il numero limitato di giochi offensivi fatto vedere da questa squadra.

Infine sfida caldissima in coda fra Casale e Forlì, vinta dai padroni di casa con il punteggio di 65-45. Un ultimo quarto inguardabile per la squadra di Galli, decide il match, che soccombe con il parziale di 23-4. Una brutta stecca per Saccaggi e soci, che dopo aver battagliato fino alla fine contro tutte le squadre che hanno affrontato, cedono clamorosamente proprio quando la posta in palio era veramente alta. Dillard in evidenza per Casale con 23 punti, isieme a Martinoni che oltre i 16 punti tira giù 8 rimbalzi; tuttavia, nonostante la sconfitta, è Cain l’mvp della gara con 23 punti e 17 rimbalzi, e 34 di valutazione. Intorno a lui però il vuoto; contro Casale infatti, l’altra principale bocca di fuoco, Jazzmar Ferguson, resta in panca per problemi fisici; Cain tira la carretta fino a 5’ dalla sirena sul punteggio di 46-45, poi non entra più nulla; Casale invece non sbaglia niente e azzanna la preda. Forlì molla, ed è questo il vero brutto segnale della gara, al di là della 14 palle perse: c’eravamo appassionati infatti alla indomita resistenza della squadra di Galli, data da tutti per spacciata, e che invece ha creato grattacapi a tutte le 11 squadre che finora ha affrontato. Chiaramente tutte le squadre vanno incontro a passi falsi, ma è altrettanto chiaro che squadre come Forlì pagano ancora più caro questi black-out. Casale invece infila la seconda vittoria consecutiva dopo aver clamorosamente espugnato Brescia: due punti fondamentali che le consentono di agganciare il gruppo a 8 punti, e di poter respirare almeno per una domenica.

 Classifica

18 Trento, 14 Brescia Orlandina Biella Barcellona Torino, 12 Trapani Verona Veroli, 10 Ferentino Trieste, 8Casale Napoli Jesi, 4 Forlì(-2), 2 Imola.

 Prossimo Turno

AQUILA BASKET TRENTO – UPEA CAPO D’ORLANDO
EXPERT NAPOLI – PALL. TRIESTE 2004
CREDITO ROMAGNA FC – FMC FERENTINO
LIGHTHOUSE TRAPANI – ANGELICO BIELLA
MANITAL TORINO – NOVIPIÙ CASALE M.TO
AGET IMOLA – CENTRALE LATTE BS
GZC VEROLI – FILENI BPA JESI
TEZENIS VERONA – SIGMA BARCELLONA