La stagione dei Chicago Bulls è finita venerdì sera, a Portland, con la lesione al menisco mediale del ginocchio destro rimediata da Derrick Rose. Il più giovane mvp della storia Nba è stato subito operato e l’intervento è perfettamente riuscito, ma non permetterà al 25enne  di rientrare in campo in questa stagione. La domanda è, perchè? Ok, Rose, come previsto, ha scelto l’approccio più cauto, la soluzione migliore per la sua carriera, sottoponendosi ad una “sutura meniscale”, cioè facendosi “riattaccare” il menisco con una sutura o con speciali “clip biassorbibili”. E’ la proceduta che prevede un recupero più lento, stimabile in circa 4-6 mesi. Rose quindi tornerà sul parquet nel 2014-15. La domanda è, perchè? Parliamo di un intervento che usualmente prevede 15-20 giorni di recupero, più altri 10 per rientrare in campo. Vi ricordate Rashard Griffith che nelle Euroleague Finals 2001, vinte dalla Virtus di Manu Ginobili, tornò in campo dopo 15 giorni grazie ad un recupero lampo? Va bene che Derrick Rose è giovane e deve tutelare la sua carriera futura, ma saltare due stagioni piene di sicuro non lo renderà più forte, già quest’anno faceva enorme fatica a ricominciare da dove aveva lasciato!

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Ad ogni modo, Rose è out, per i Bulls è game over. Lo scorso anno c’era uno spirito combattivo fuori dal comune, creato da un gruppo che vedeva la linea del traguardo playoff, quando avrebbe avuto il suo leader per puntare al titolo. Così non è stato, ma quello spirito, consolidatosi nella stagione, ha portato i Bulls a grandissimi playoff, nonostante l’assenza di Rose. Adesso però sono partiti Robinson e Belinelli, due degli artefici maggiori di quei successi. In più Jimmy Butler, fenomenale lo scorso anno, ha fatto intendere che lui, all arounf per eccellenza, grandissimo difensore, ha bisogno accanto a lui di un altro esterno tecnico, vedi Heinrich o Belinelli, di sicuro con Deng è chiuso perchè sono due giocatori simili, atletici e potenti.

Per non parlare di Noah, 9.1 punti e 8.3 rimbalzi, ai suoi minimi storici. Boozer ci prova, con 16 e 9.10, e al momento è il migliore dei suoi. Mike Dunleavy fa il suo dalla panchina, ma non si capisce cosa abbia spinto i Bulls a privarsi di Belinelli per avere lui, ad un prezzo maggiore. Insomma, in tutto questo contesto, manca il tuo playmaker, non hai più Nate the Great e Heinrich, per ora 8 punti e 5 assist, è di nuovo chiamato a salvare la patria.

Siamo chiari, in questa eastern conference, i Bulls, compatti e con un solido sistema difensivo, possono tranquillamente ambire ai playoff, ma la stagione, nata con l’idea titolo per la testa si è chiusa prima di iniziare. Senza Rose, non ci sono più speranze. Game over!