Stefano Gariboldi – Basketinside

Dai tempi del loro argento under20, ancor più prepotentemente nelle ultime stagioni, paragoniamo la coppia Melli e Polonara al duo Chiacig e Marconato, per la vicinanza di etá, o a Galanda e Fucka, per l’analogia di ruolo. In sostanza due giocatori destinati a condividere un ruolo in azzurro per almeno un decennio.

I due ragazzi sono partiti in modo ben diverso, Melli con più notorietá, il contratto dell’Olimpia Milano, una madre olimpionica e statunitense, un talento più visibile e un potenziale più evidente, Polonara silenziosamente, in quel di Teramo, inizialmente un nome nel roster, conosciuto solo agli addetti ai lavori ed ai locali, in seguito venuto fuori con prepotenza.

Achille Polonara, classe novembre 1991, è esploso nell’ultima stagione a Teramo, mostrando picchi di rendimento notevoli, frutto di atletismo e tecnica sempre più perfezionatasi nel corso degli anni, poi si è consolidato nella grandissima stagione di Varese, lo scorso anno, in doppia cifra di media e con buone statistiche, anche a rimbalzo e nei recuperi.

Adesso è nello starting five, è pronto, e nelle prime due giornate ha viaggiato a quasi 20 di media con 7 rimbalzi, niente male. Certo, sono soltanto due giornate, ma ha risposto alla perfezione a chi aveva dubitato di lui, sospettando che l’infortunio alla caviglia, con conseguente esclusione dai campionati europei, gli avesse precluso l’opportunitá di fare un salto di qualitá ulteriore, quello che, ad esempio, aveva consentito a Melli di farsi notare ed emergere quale elemento prezioso in un contesto internazionale, anche in una situazione e, specialmente, in un ruolo non suo e di assoluta emergenza.

E invece no, Achille ha risposto sul campo. Pronto. Prontissimo! E ha dimostrato proprio tutto il suo potenziale, che ormai è talento attuale, non di prospettiva.

Inizialmente, rispetto a Melli pagava il tiro dalla lunga e la minor consapevolezza tattica, specialmente difensiva, che rendeva il reggiano più pronto in un contesto di serie A, dove infatti Achille è emerso successivamente.
Ma Polonara ha un atletismo ed una elevazione fuori dal comune, e questa non si insegna, o ce l’hai o non ce l’ hai. Sull’atletismo poi si lavora, per costruire il resto, che si chiama tiro piazzato dalla lunga distanza, gioco in post, conoscenza dei giochi e del sistema, sia offensivo che difensivo, esperienza, e così via.

In sostanza, parliamo di un ragazzo che ha nel recupero e nella schiacciata in contropiede il suo punto più spettacolare, un pò come il primo Mancinelli, ma lui è più alto (205 cm), più atletico, con più elevazione, sicuramente più tiro e, specialmente, ha la testa sulle spalle, quella che deve avere un professionista.

Certo, c’è da lavorare, ovvio, inserire movimenti in post basso, ad esempio, sarebbe davvero utile, oppure evolversi in un’ala piccola, o magari acquisire la capacitá di svariare in quella posizione all’occorrenza, senza necessariamente cambiare definitivamente posizione. Tutto questo magari anche guardano al piano superiore, dall’altra parte dell’oceano. Troppo presto, per la Nba è decisamente undersized per il ruolo di power forward, ma porsi un obiettivo in alto non guasta mai, se si ha la testa giusta è un incentivo che aiuta a lavorare, e lavorare in palestra aiuta a crescere tecnicamente.

Insomma, senza caricare il ragazzo di responsabilitá che possono sfociare in un peso eccessivo, abbiamo un giovane azzurro in rampa di lancio. Fa bene al basket, gli auguriamo una grandissima stagione. In bocca al lupo!

Andrea Di Vita