Aquila Trento-Centrale Latte Brescia 72 – 77 (18-16, 36-43, 49-61)

Aquila Trento: Triche 16 , Pascolo 17, Baldi Rossi 9, Forray 8, Fiorito, Molinaro , Poltroneri , Elder 16, Lechthaler 4, Spanghero 2.

Centrale del Latte Brescia: Di Bella 8, Fultz 17, Giddens 6, Slay 9, Rinaldi 17, Procacci 1, Bushati 3, Loschi 3, Maspero 5, Cuccarolo 8.

Niente rivincita per Trento, che si deve arrendere ad una grande Leonessa che per 35 minuti doma l’Aquila, pur soffrendo nel finale. Primo quarto equilibrato con Elder e Di Bella a guidare le danze; squadre che si sfidano dall’arco, padroni di casa sempre avanti di 2 e primo quarto che termina 18-16.

Nel secondo quarto Brescia prova ad allungare: a metà tempo è avanti di 5 (32-27), a fine quarto 43-36, grazie a tre bombe consecutive (7/11 da tre). Trento esce male dagli spogliatoi, Brescia invece vola grazie alla guida di Fultz (alla fine 17 punti per lui): a metà quarto è avanti di 11 e Trento non riesce a reagire; Brescia controlla e chiude a +12 49-61. Nell’ultima frazione la musica non cambia fino a 4’ minuti dal termine: Brescia era anche volata a +15, ma sono due triple consecutive a rinverdire le speranze dei trentini. Grazie alla buona vena di Pascolo (17 punti per lui al fine partita) e all’ottimo Elder, Trento riesce a spingersi fino ad un clamoroso -1 nell’ultimo minuto; Brescia sembra sulle gambe ma a 3 secondi dal termine riesce a portarsi avanti di 3. L’aquila si costruisce un tiro da tre che Baldi Rossi fallisce, poi Bushati va in lunetta e fissa il punteggio sul 72-77.

Vittoria importante e meritata per Brescia; Trento era probabilmente in grado di fare di più nei primi 35 minuti; si sveglia troppo tardi e paga il prezzo con la sconfitta.

MVP: Robert Fultz, 17 punti, 2/7 da due, 4/6 da tre, 1/2 ai liberi, 6 assist, 2 rimbalzi.

Upea Capo D’Orlando-Angelico Biella 65 – 74 (18-18, 30-35, 45-52, 65-74)

Upea Capo D’Orlando: Busco n.e., Cordici n.e., Soragna 7, Laquintana 13, Benevelli 4, Nicevic 6, Portannese 9, Archie 24, Ciribeni 2, Cefarelli.

 

Angelico Biella: Murta, Chillo 6, Raspino 18, Laganà 4, Infante 9, Lombardi, Berti 6, Voskuil 14, De Vico 6, Hollis 11.

Una Orlandina rimaneggiata (ancora out Basile, annunciato oggi Mays) si deve arrendere ad una ottima Biella che sbanca Capo d’Orlando, portandosi via 2 punti e una grande iniezione di fiducia. I ragazzi di Corbani hanno sempre la gara in mano portandosi subito avanti grazie a Infante; prova a rifarsi sotto l’Orlandina ma Raspino inizia la sua grande serata dall’arco e tiene Biella avanti (12-6). Archie entra in partita (altra grande prestazione, alla fine 24 punti), Capo d’Orlando torna a contatto e piazza un mini break che vale il 18-18 a fine quarto. Il gioco dal perimetro di Biella è mortifero e rischia di stendere l’Upea dopo 3’ dall’inizio del quarto grazie a 4 bombe consecutive (18-30). Mini break firmato Archie a metà quarto (23-30); Biella comincia a non essere lucida in attacco, l’Orlandina trova risorse in difesa e prova rientrare, ma Biella resiste grazie alla prestazione maiuscola di Raspino che a fine secondo quarto registra 16 dei suoi 18 punti e ferma il risultato sul 30-35. Nel terzo quarto Biella da lo strappo decisivo alla gara con un ottimo Chillo che da il via al break di 7-0 che porta Biella avanti di 10 dopo 4’ (34-44). Il gioco sotto canestro del giovane piemontese consente a Biella di mantenersi sopra di 9 (39-48), facendosi rosicchiare solo due punti sul finire di frazione (45-52). Nel quarto periodo Capo d’Orlando prova a scuotersi, inizialmente con la tripla di Laquintana e poi con un grandissimo Archie che piazza due bombe consecutive, che unite al canestro di Benevelli portano la squadra di Pozzecco sul -1 a metà quarto (55-56). Laquintana riesce addirittura a portare avanti l’Upea per la prima volta nella gara, e grazie anche ad una rinnovata intensità difensiva, l’inerzia della partita sembra andare a favore dei siciliani. Ma la squadra di Corbani ha ancora frecce al suo arco e con Laganà da tre e Infante da due, si riporta avanti a 3’ dal termine della gara (57-61). A 100” secondi dalla fine l’Upea è a -6 ma nel momento decisivo Capo d’Orlando non sembra averne più da un lato, e Biella invece non molla la presa dall’altro. Finisce 65-74, con l’Angelico che porta a casa la prima vittoria della stagione.

MVP: Dominique Archie 24 punti, 4/9 da due, 3/6 da tre, 7/9 ai liberi, 1 assist, 2 palle rubate, 8 rimbalzi, 1 stoppata.

Manital Torino-Fileni BPA Jesi 74 – 67 (20-14, 40-35, 53-58)

 

Manital Torino: Stojkov, Mancinelli 7, Evangelisti 13, Chessa 5, Sandri 8, Amoroso 23, Viglianisi 3, Gergati 15, Baldasso n.e.

 

Fileni Jesi: Maggioli 16 (7/9, 0/1), Borsato, Jukic 8 (4/8, 0/1), Mason Rocca 19 (8/10), Goldwire 20 (5/10, 2/10), Gaspardo, Santiangeli 4 (0/3, 0/3).

Bella partita al pala Ruffini di Torino, dove i giallo-blu, ancora privi di Steele, hanno la meglio su una Jesi coriacea, che però si scioglie nel finale segnando solo 9 punti nell’ultimo quarto.

Avvio in equilibrio tra le due compagini, con Amoroso e Gergati da un lato e Rocca e Maggioli dall’altro protagonisti degli attacchi delle loro squadre. A metà quarto Torino prova a allungare con un ispirato Gergati (12-6). Goldwire smuove le acque in casa marchigiana e riporta Jesi a contatto insieme a capitan Maggioli (14-12). La reazione di Torino non si fa attendere: Sandri piazza un canestro prendendosi un fallo e trasforma il tiro libero aggiuntivo; Amoroso prosegue il break con una bomba. Un canestro di Rocca ferma il break e fissa il punteggio sul 20-14.

Secondo quarto nel segno di Amoroso, arma illegale per la categoria. Inizialmente Jesi prova a sfruttare i suoi lunghi, ma tra i giallo-blu inizia a girare anche  Evangelisti, così a metà quarto Torino conduce 28-18. Il -10 non ferma Jesi che grazie al suo protagonista assoluto, Goldwire, piazza un break di 10-2 portandosi sul 32-30. Ma dicevamo che il secondo quarto si gioca nel segno di Amoroso: prima trova una tripla, poi si prende un tiro dalla media lunghezza e infine segna un gioco da 3 punti. 8 punti che fanno il paio con i 5 di Jesi segnati da Goldwire e Jukic, e quarto che si conclude sul 40-35.

Jesi però sembra già una squadra con una personalità forte e in apertura della terza frazione prova a rifarsi sotto. Neanche l’antisportivo a Goldwire ferma i marchigiani, che si riportano a contatto sul 44-40. Evangelisti prova a togliere le castagne dal fuoco a PIllastrini con una bomba (13 punti per lui alla fine, e altra pregevolissima prestazione per l’ex Trapani), ma Jukic, Rocca (l’ultimo a mollare dei suoi, a fine partita 19 punti) e Goldwire sono enigmi difficilmente risolvibili per la difesa torinese, e a 6’ dal termine della terza frazione il punteggio è di 47-47. Torino non trova più la via del canestro, e Rocca firma il vantaggio jesino; ci pensa poi Goldwire a frastornare la difesa torinese con due bombe consecutive. Mancinelli e Gergati scuotono la Manital, ma l’ultimo canestro e di capitan Maggioli che fissa il punteggio sul 53-58.

Nell’ultimo quarto l’inerzia torna a favore di Torino che, spietata, piazza un 12-0 di break. Ancora una volta è Amoroso a guidare la rimonta, con il break che si ferma con la tripla di Evangelisti a 8’ dal termine (65-58). Jesi non segna da un’eternità e Torino può agevolmente controllare il finale.

MVP: Valerio Amoroso 23 punti, 7/11 da due, 2/6 da tre, 3/3 ai liberi, 2 assist, 4 palle recuperate e 8 rimbalzi.

Sigma Barcellona-FMC Ferentino 89 – 84 (17-7, 37-31, 63-56)

Sigma Barcellona: Young 25, Dispinzeri n.e., Toppo 11, Maresca 16, Natali 0, Collins 21, Filloy 2, Iurato n.e, Pinton 3, Fantoni 11.

FMC Ferentino: Guarino 13, Bucci 22, Mortellaro 3, Duranti 2, Pierich 11, Green 15, Rosignoli 7, Paesano n.e, Giuri 3 , Parrillo 8.

Vince come da pronostico l’Igea Barcellona, ma soffre tantissimo nel finale il ritorno di una mai doma Ferentino.

Parte piano Barcellona che non riesce a trovare facilmente la via del canestro; il grande ex Ryan Bucci si prende subito sulle spalle l’attacco dei laziali, piazzando 5 punti di fila (3-5). Barcellona però è una squadra dalle svariate risorse, e davanti al suo pubblico non vuole proprio sfigurare: Young e Collins confezionano un break di 12 a 0 con Ferentino che sembra accusare il colpo. Primo quarto che si chiude 17-7. Barcellona in pieno controllo della gara anche all’inizio del secondo quarto (22-7 dopo 2’); Ferentino torna a segnare con Parrillo, che prova a trascinare i suoi portando lo svantaggio sul -10 a 4’ dal termine (26-16). L’Igea pasticcia in attacco, e ancora Parrillo accorcia il distacco con una bomba (28-20); Barcellona si ridesta ma Ferentino rimane lì e riesce a rosicchiare un punto al termine della seconda frazione (37-31).

Nel terzo quarto Ferentino scende in campo determinata a rientrare in partita; Barcellona invece sembra non avere l’atteggiamento giusto, cosi i laziali piazzano un parziale di 9-4 firmato da Mike Green, e per i siciliani è tutto da rifare (41-40). La Sigma però può contare su un finalmente ispirato Collins che tiene a galla la sua squadra sfruttando l’asse con Fantoni. Ferentino però non ne vuole sapere di uscire dalla partita, e resta attaccata anche grazie a Ryan Bucci che ce la mette tutta per farsi rimpiangere dal suo pubblico (50-50). E’ il momento della verità, e vengono fuori i grandi calibri barcellonesi: prima Young e Maresca confezionano il 55-53, inframezzato da una tripla di Guarino; poi ancora Maresca e due bombe consecutive di Collins portano i siciliani a piazzare un break di 8-0. Terzo quarto che si chiude 63-56, con un Collins sugli scudi, ma con una Ferentino più viva che mai. Nell’ultimo parziale, infatti, Barcellona arriva a +11 (71-60), sfruttando la vena di Toppo e il solito Collins; Ferentino però non si disunisce e riesce a piazzare un parziale tremendo di 10-0 firmato Bucci, Green e Rosignoli. Sul 71-70 la partita prosegue punto a punto, ma Ferentino è carica di falli e Barcellona va facilmente in lunetta, producendo un piccolo strappo che a 17” dalla fine fa segnare il punteggio di 84-78. Ferentino non ci sta e prova a mettere paura a Barcellona con una tripla di Guarino; risponde Young, ma è ancora Ryan Bucci a riavvicinare i suoi con una penetrazione che vale un gioco da 3 punti (86-81). A questo punto però Ferentino è costretta a giocare col fallo sistematico e i barcellonesi dalla linea della carità sono una sentenza. Finisce 89-84. Barcellona porta a casa altri 2 punti, Ferentino resta al palo nonostante due ottime prestazioni nelle prime due giornate.

MVP e MVP di Giornata: Andre Collins 21 punti, 1/1 da due, 5/10 da tre, 4/4 ai liberi, 8 assist, 1 palla rubata, 5 rimbalzi.

 

GZC Veroli-Expert Napoli 57 – 47 (12-10, 30-19, 44-35)

GZC Veroli: Sanders 13, Cittadini 4, Rossi, Tomassini 4, Samuels 12, Giammo’, Blizzard 10, Casella 6, Fabiani ne, Carenza 8.

Expert Napoli: Malaventura 6, Allegretti, Valentini 2, Black, Montano, Bryan 6, Izzo ne, Weaver 12, Brkic 16, Ceron 5.

Bruttissimo scivolone per Napoli in casa di una Veroli che fa la voce grossa con un avversario allo sbando.

Serataccia per la Expert Napoli che deve rinunciare dopo 5’ al preziosissimo Timothy Black per uno stiramento. Cavina così si affida in cabina di regia al giovane Montano, ma il peso del ruolo sembra essere troppo per lui. Avvio con difese aggressive, Veroli recupera due palloni e dall’altro lato l’attesissimo Weawer infila subito dall’arco (6-3). La squadra ciociara è molto più intensa degli ospiti e va più 5, ma Weawer e Brkic tengono a contatto Napoli. Primo quarto che si conclude 12-10 ma per l’Azzurro l’altra brutta notizia sono i due falli di Weawer che resterà seduto in panchina per tutto il secondo quarto.

Nella seconda frazione Veroli continua a aggredire in difesa alternando difesa a uomo e difesa a zona; Napoli dimostra subito di non poter sostenere la stessa intensità e per di più le use percenutali sono bassissime; così la GZC vola sul +9, piazzando un break di 10-0 chiuso da due Brkic per Napoli (25-16); il pivot azzurro prova a tenere a galla i suoi con una bomba, ma in generale Napoli continua a non trovare la via del canestro, anche quando Veroli concede tiri semplici. Per i padroni di casa sale, allora, in cattedra Sanders che infila una penetrazione e sul fil di sirena mette la tripla del +11. 30-19 all’intervallo lungo, per Napoli buio pesto.

Nel terzo periodo Cavina ributta nella mischia Weawer; il suo asso porta subito in dote un antisportivo ma Napoli capitalizza solo dalla lunetta. Gli ospiti alzano una buona difesa che i padroni di casa non riescono a eludere; tuttavia in attacco continuano a essere deficitari e la GZC vola con in contropiede sul 37-23. Weawer a metà quarto ha già commesso il quarto fallo ma Cavina lo tiene comunque in campo; l’americano si prende le responsabilità in attacco ma non ottiene nulla; Veroli dal canto suo non riesce ad attaccare la zona napoletana e piano piano Brkic e Bryan portano la propria squadra sul -9 e terzo quarto che si conclude sul 44-35.

Coach Cavina si affida ancora alla zona che sembra dare ottimi frutti, ma è in attacco che le cose non vanno. Veroli difende sempre con intensità e va ancora in contropiede (51-39).

Con il passare dei minuti però Veroli cala e Napoli cresce in difesa riuscendo a piazzare un 5-0 che potrebbe riaprire il match con Bryan che tira giù un rimbalzo e schiaccia per il 51-44. A 3’ dal termine però Weawer commette il 5 fallo, e Napoli si ferma al piazzato di Brkic. Veroli gestisce e allunga il vantaggio fino al definitivo 57-47.
GZC che va a punteggio pieno, in un inizio di stagione che in pochi pronosticavano; per Napoli invece cominciano a suonare i campanelli d’allarme.

MVP: Jamar Samuels 12 punti, 4/7 da due, 1/3 da tre, 1/2 ai liberi, 5 rimbalzi, 1 assist e 2 palle rubate.

Tezenis Verona-Novipiù Casale Monferrato 70 – 53 (25-11, 37-21, 55-32)

Tezenis Verona: Smith 21, Taylor 11, Carraretto 2, Callahan 10, Da Ros 8, Grande, Reati 9, Boscagin 7, Gandini 2

Novipiù Casale Monferrato: Giovara, Bruttini 14, Dillard 6, Martinoni 6, Jackson 8, Casini 6, Amato 5, Cutolo 2, Fall 6.

Troppo forte Verona per Casale. Questo in sintesi il tema della partita.

Mette subito le cose in chiaro la Scaligera nel primo quarto, che inizia con un 13-0 per i padroni di casa firmato Jerry Smith e Callahan. Casale riesce a segnare dopo 5’, ma in sostanza la partita è già in controllo di Verona che chiude il primo quarto 25-11.

Nel secondo quarto Casal prova a alzare la difesa, ma in attacco riesce a metter insieme 10 punti in tutta la frazione, segno che la difesa Scaligera è invalicabile per i piemontesi. Verona dal canto suo da spettacolo, con Jerry Smith che raggiunge i 15 punti a fine tempo: +16 per i padroni di casa all’intervallo lungo (37-21).

Il terzo quarto si apre con un break di 2-9 per Casale, che raggiunge il minimo svantaggio di -11 (41-30). Time-out Ramagli e Verona che torna in campo con un contro-break di 14-2; ne viene fuori un vantaggio di 23 punti (53-32) al termine del terzo quarto, che pone fine alla disputa, ammesso che questa fosse mai stata in discussione. Nell’ultimo periodo Casale riesce con un parziale di 10-1, a toccare quota -14 (42-56) ma Verona fa quello che vuole della partita, e match che si chiude sul 70-53.

Viene da chiedersi che fine abbia fatto la Novipiù che ha costretto Barcellona ai supplementari; la verità è che Verona, in sordina, ha costruito la squadra al fortissima, avendo ragione comunque di una buona squadra. E’ presto per dire se la Adecco Gold abbia già trovato la sua padrona, ma l’autorevolezza con cui Verona ha iniziato il suo cammino ci porta a ritenere che al momento sia la miglior squadra del campionato.

MVP: Jerry Smith, 21 punti, 6/8 da due, 1/4 da tre, 6/9 ai liberi, 4 rimbalzi.

Aget Imola-Pallacanestro Trieste 86 – 90 DTS (20-20, 39-42, 65-65, 76-76)

Aget Imola: Maccaferri 2, Young 26, Gorrieri, Poletti 11, Riga, Turel 5, Dordei 19, Passera 5, Niles 20, Mancin.

Pallacanestro Trieste: Hoover 15, Fossati 5, Tonut, Harris 6, Mastrangelo 16, Ruzzier 19, Di Liegro 16, Candussi 2, Carra 11, Urbani.

Imola e Trieste vengono da due cocenti sconfitte nella prima giornata: l’obbiettivo per entrambe, quindi, era quello di rifarsi. Rispetto alla sconfitta di Trapani, Imola ritrova Niles; coach Dalmasson invece ha a disposizione il nuovo acquisto triestino, Ryan Hoover.

Parte meglio la squadra di Esposito, grazie agli 8 punti consecutivi di Ian Young (12-5 dopo 4’). Trieste riesce subito a piazzare un contro-break di 5-0, grazie al lavoro sotto canestro di Di Liegro, anticipando il tema dominante della partita fatta di strappi, parziali e contro parziali. Imola nel finale di tempo prova di nuovo a mettere il naso avanti, ma Ruzzier assicura a fine quarto la parità sul 20-20.

In apertura di secondo quarto Ruzzier e Hoover confezionano il sorpasso triestino che arriva anche al +7; Imola non è più molto lucida, e si tiene a galla solo con l’ispirato Young (33-36 a 3’ dal termine). Trieste trova dei buoni giochi dall’arco con Carra; Imola sembra accusare il colpo, ma complice un calo di Trieste, Dordei riesce a riportare a contatto i suoi. Sarà compito di Hoover allungare quel poco che basta per chiudere avanti, con due bombe sul finire di quarto: 39-42.

Fin qui a Imola è mancato Niles; Esposito deve dirgli qualcosa negli spogliatoi, perché l’americano, in apertura del terzo quarto, firma subito il sorpasso sugli ospiti con 8 punti consecutivi, e guida la squadra sul 47-44 a 7’ dalla sirena. Imola ha il fuoco sacro addosso e comincia a bombardare gli avversari, infilando 4 triple consecutive e volando +8, sospinta da Dordei e Young. Dalmasson chiama time-out, e Trieste ne esce bene ricucendo il gap: è Ruzzier a guidare i giochi da tre , punendo la zona di Imola. Al termine del quarto il punteggio segna 65-65.

Nella quarta frazione Imola prova ad andare ancora da tre, ma stavolta ha le polveri bagnate. Trieste invece sceglie di giocare da sotto, portandosi avanti di 2. Imola non trova più il bandolo della matassa, ottenendo solo un canestro dal campo di Niles nei primi 5’. Trieste ne approfitta relativamente e riesce a capitalizzare un esiguo +4 a 2’ dal termine. In sostanza Trieste compie il peccato di non chiudere la partita, e Imola a 40” dal termine la punisce con una tripla di Young che porta l’Aget clamorosamente a +2. Hoover però aggancia i padroni di casa, portando le squadre all’over time (76-76). Trieste sembra soffrire meno la fatica e nel supplementare vola a +7 con il 15simo punto di Hoover. Imola prova una reazione disperata con Niles e con una bomba di Young, che riporta l’Aget a -1 a 90” dal termine. Tuttavia Imola non ne ha più, e Trieste riesce a resistere portando a casa due punti preziosissimi (86-90).

MVP. Michele Ruzzier, 19 punti, 4/6 da due, 2/6 da tre, 576 ai liberi, 3 assist, 5 rimbalzi.

Fulgor Libertas Forlì – Lighthouse Trapani 82-78 (29-23, 43-41, 68-52)

Fulgor Forlì: Basile 6, Cain 2, Gualtieri 0, Ravaioli 0, Crow 21, Ferguson 23, Saccaggi 21, Battistini 0, Eliantonio 4, Sergio 5.

Lighthouse Trapani: Renzi 6, Bartoli 0, Lowery 11, Baldassarre 16, Bossi 2, Rizzittello 6, Ianes 1, Tabbi 0, Parker 24, Ferrero 8.

Prima vittoria per Forlì, che era apparsa decisamente in forma contro Napoli alla prima, su una pasticciona Trapani che manca una vittoria esterna che era ampiamente nelle sue corde.

Forlì parte molto bene, con i suoi esterni che mettono pressione ai granata; in un amen padroni di casa avanti di 7. Trapani si libera della tensione tipica di inizio gara, e piazza con Parker e Baldassare, un 5-0 di break che vale il -2. Forlì non difende benissimo l’arco e i tiratori trapanesi entrano in ritmo; di contro i granata sono preoccupati di non dare spazio a Cain, ma lasciano maglie troppo larghe agli altri avversari, soprattutto a Crow (10 punti per lui nel quarto).  Quarto che sfila via in equilibrio, ma nell’ultimo minuto Ferguson riesce a piazzare il +6 finale con una bomba 29-23).

Nel secondo quarto Trapani entra in campo con un piglio diverso: Lowery entra in ritmo e Parker continua la sua buona prestazione (14 punti a fine secondo quarto) piazzando un parziale di 2-6 che riporta in equilibrio la gara (31-30). Quando l’inerzia sembra sorridere a Trapani, Forlì si ridesta trovando ancora una volta dal perimetro risorse importanti, come nel caso di Basile che firma il 37-33. Trapani è viva e a 1’ dal termine mette il naso avanti di 2 (39-41) grazie alla premiata ditta Baldassarre – Lowery. Come detto però in apertura, i granata sono pasticcioni in difesa e Forlì in un amen ribalta il risultato con Lorenzo Saccaggi, chiudendo la seconda frazione sul 43-41.

Nel terzo quarto Trapani esce dalla partita, con uno svantaggio che tocca anche -20. Il primo break a favore dei padroni di casa arriva all’inizio del terzo quarto: i granata restano al palo, e Forlì vola a +7; inoltre Patrick Baldassare commette il quarto fallo ed è costretto a sedersi in panchina. Saccaggi e Crow fissano aumentano il distacco, portandolo sul +13 a 5’ dal termine (59-46). Trapani non c’è più in campo, e Ferguson la punisce con 2 bombe consecutive. Parziale che vola a +20, e coach Lardo imbufalito. Trapani prova a riprendersi ma riesce solo a rosicchiare 2 punti, e alla fine il punteggio segna 68-52.

In apertura di quarto quarto, Lardo decide di affidarsi alla panchina. La scelta sembra azzeccata, e almeno in difesa Trapani sembra tornare a fare quello che chiede il coach genovese, tornando a -12 (68-56). Forlì però resta in controllo del match per gran parte della frazione.

Baldassarre e compagni non si danno per vinti e provano a forzare il ritmo della partita approfittando di un monte falli di Forlì che vede uscire per 5 falli Cain e Eliantonio. A 100” dal termine Trapani tocca il -6 (76-70). Forlì però si ritrova un Saccaggi in grande forma che stoppa una penetrazione di Parker e sancisce di fatto la fine delle ostilità. Risultato finale 82-74.

MVP: Lorenzo Saccaggi, 21 punti, 5/9 da due, 3/4 da tre, 2/3 ai liberi, 2 assist, 1 palla rubata, 6 rimbalzi, 1 stoppata.

Sergio Villabuona