Siamo alla pausa dell’ All Star Game Nba, metà stagione alle spalle, tante conferme, qualche sorpresa, alcune delusioni scottanti, e tanta carne sul fuoco.

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Andiamo per gradi, partiamo dalle classifiche, cosiddette “standings”, della Eastern Conference.est copy

Primi gli Heat, come da previsioni, sembra quasi che ancora non abbiano schiacciato il pedale dell’acceleratore, si divertono, fanno il minimo indispensabile per vincere, ad Aprile faranno sul serio, ora come ora il loro record è addirittura inferiore a quello che potrebbero realizzare. Il gruppo è sempre lo stesso, i big 3, James, Wade e Bosh, adesso anche Ray Allen, e il solito supporting cast di contorno, superiore a quello dell’anno scorso. Punta assolutamente al titolo, senza alternative!

Dietro i New York Knicks, finalmente più squadra della scorsa stagione, continuassero così sarebbero dei grandi sfidanti per gli Heat, Carmelo Anthony sta disputando una stagione da Mvp, Tyson Chandler è uno dei migliori centri della Nba, difensivamente forse il migliore, insieme a Noah, Felton prima dell’infortunio stava giocando bene, J.R. Smith che fosse un fenomeno si sapeva, se continua a fare il “good guy” per i Knicks le prospettive sono ottime. Probabilmente la differenza tra buona stagione e ottima stagione, però, è Amare Stoudamire, per ora sesto uomo di lusso, qualunque sia il suo ruolo da qui alla fine della stagione, da come lo interpreterà dipenderanno le possibilità dei Knicks di giocarsela o meno con gli Heat. Senza un Amare da almeno 15 e 8 a sera, frutto del sistema però, e non di isolamenti deleteri per il gioco, New York arriva al massimo alla finale di conference.

Poi Indiana, solito gruppo, Hibbert, West, Hill, per ora fuori Granger, la stella ormai è Paul George, fresco di convocazione all’ All Star Game, giocatore all around, 17 punti, 7 rimbalzi e un paio di assist, sta elevando il suo gioco partita dopo partita, ed ha soltanto 22 anni. Per Indiana è presto, semifinale di conference assolutamente, poi dipenderà dagli incroci e da come le altre franchigie arriveranno ai playoff. La finale di conference, per adesso, sembra ancora un pò lontana, nei prossimi anni staremo a vedere.

Quarti sono i Nets, per adesso ancora “work in progress”, le stelle le hanno, Deron Williams, Gerald Wallace, Joe Johnson, Brook Lopez, non c’è chimica, la sensazione è che il russo abbia i mezzi per fare grande basket a Brooklyn, non quest’anno però, bisogna creare la giusta chimica. Anche per loro semifinale di conference, fuori al primo giro sarebbe una delusione, la finale di conference sarebbe un successo imprevedibile.

Quinti i Bulls, sono l’incubo delle prime quattro del tabellone, se continua così, e Rose attende ancora, il suo rientro avverrà a marzo, troppo tardi per averlo in forma in stagione, presto per vederlo al 100% ad aprile magari. E allora se i Bulls finiscono fuori dalle prime 4, ci sarà una testa di serie che avrà la sfiga, per usare un termine squisitamente tecnico, di prendere Chicago al primo turno. E questa Chicago, con Rose al 100%, è squadra che può dar fastidio anche agli Heat, perchè ha Deng per tenere James, per quanto sia umanamente possibile, una batteria di guardie pronta ad incollarsi a Wade, tra le quali Belinelli, un centro che chiude tutto quello che arriva nel pitturato, Noah, e un Boozer da combattimento, salvo trade dell’ultima ora (si parlava di Bargnani per Boozer). Se Rose è Rose, Chicago punta alla finale di conference, da qualsiasi numero del tabellone si ritrovi a partire, e poi in finale si vedrà.

Dopo la numero 5, onestamente, ad est non si intravede nulla che possa ambire a superare il primo turno, solo squadre già felici di aver raggiunto i playoffs, Boston senza Rondo, per quanto siano ammirevoli Garnett e Pierce, non ha dove andare, Atlanta gioca, si passano la palla, ma Josh Smith e Al Horford avrebbero bisogno di un’ altra stella per provare a vincere qualcosa, i Bucks di Jennings sono già felici di essere sopra il 50%.

Fuori dai playoffs, squadre con aspettative nel breve periodo non ce ne sono. A Philadelphia hanno un buon nucleo giovane, quando tornerà Bynum saranno competitivi, Holiday in crescita, l’anno prossimo sono squadra da playoff.

Le altre sono tutte in ricostruzione, i Cavaliers hanno tanti buoni giovani, l’unica squadra che, nonostante sia ancora al 39% di vittorie, puà ambire ai playoff per quest’anno, sono i Toronto Raptors. I Bucks sono al 51% ma non è detto che restino lì per sempre, e i Raptors hanno Rudy Gay, in linea teorica un quintetto con Lowry, De Rozan, Gay, Bargnani e Valanciunas, con Johnson, Anderson, Kleiza e Fields dalla panchina, è roba seria, purtroppo il Mago è in pre-pensionamento in questo momento. Se resterà, e sarà reintegrato, i Raptors possono sperare di raggiungere i playoffs. Ma potrebbe cambiare aria!

west copyPassiamo alla western conference, qui sono molte di più le squadre che hanno ambizione di playoffs, tante anche quelle che ambiscono ad andare avanti e non fermarsi al primo turno, poche quelle che pensano che la finale di conference non sarà nuovamente una questione tra Spurs e Thunder.

Primi Spurs e Thunder, con record stratosferici. San Antonio, con i big 3 in perfette condizioni, ha più gioco, più difesa e un sistema che a Oklahoma City non hanno. Ma Parker, Ginobili e Duncan difficilmente potranno mantenere un livello atletico costante, il rendimento potrebbe calare nel corso della serie e, se nel primo e magari secondo turno Popovich potrà far rifiatare un pò i suoi fenomeni, lasciando giocare gli altri (Splitter, Leonard, Green, Neal, Jackson, Bonner, Blair, De Colo, Diaw), la panchina lunga nulla può contro i Thunder. Contro questi, senza 65 punti, 20 rimbalzi e 15 assist dei big 3, non vinci la serie.

I Thunder, per ora secondi nel ranking, sono fondati sull’asse Durant, Westbrook, giovani, fortissimi e atleti paurosi. Accanto a loro, Ibaka e Kevin Martin, poi Collison, Perkins e Sefolosha per la difesa. Sono la vera alternativa agli Heat, contro i quali hanno perso la finale lo scorso anno. Vogliono rifarsi assolutamente.

Terzi i Clippers, hanno Paul, genio del basket, miglior playmaker della Lega, hanno Griffin, power forward devastante, atleta ai limiti delle possibilità umane, DeAndre Jordan per la difesa e i rimbalzi, poi Butler, una buona squadra. La realtà è ben diversa, i Clippers così vanno alla semifinale di conference. Per andare oltre ci vuole Chauncey Billups, e magari qualcosa da Lamar Odom e Grant Hill, i veterani, quelli che possono dare qualcosa in più quando ti trovi a giocartela con Spurs o Thunder, quelli che sanno vincere le finali. Comunque puntano ad andare fino in fonfo.

Per adesso quarti sono i Grizzlies, ma a Memphis sanno che, salvo rivoluzioni, sono in discesa, certo i playoff li faranno, però senza Rudy Gay, resta la coppia Randolph – Gasol sotto i tabelloni, ma sul perimetro c’è carenza.

I Nuggets di Danilo Gallinari sono quinti, reduci da una striscia estremamente positivi, puntano forte a chiudere quarti e, magari, a provare a prendere i Clippers al terzo posto. In ogni caso vorrebbero fare il primo turno con la bella in casa, e andare avanti. Raggiungere la semifinale di conference è un ottimo risultato, battere una tra Spurs e Thunder è molto difficile. Per accoppiamenti, a Denver preferirebbero gli Spurs, contro i quali potrebbero far valere la loro freschezza atletica, contro i Thunder se la giocherebbero con le stesse armi e, onestamente, ancora non sono allo stesso livello.

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Dietro Golden State è una realtà, con Curry e Lee, passare il primo turno da sesta nel ranking è difficile, prenderebbero i Clippers, subito dopo Jazz e Rockets sono felici di esserci e non hanno ambizioni particolari, se non di giocarsela contro chiunque e vedere come va.

Fuori dai playoffs, infine, Timberwolves, Lakers e Mavericks. I T-Wolves sono disperati, travolti dagli infortuni, senza Kevin Love, con rubio in ripresa, ormai consapevoli che la stagione è andata, se ne riparlerà l’anno prossimo, con buone prospettive, i Mavs sono a fine ciclo, il tedesco ancora c’è ma dopo il titolo ha raggiunto il massimo e adesso, senza supporting cast, si è un pò lasciato andare. I Lakers sono una delusione incredibile, Nash, Bryant, Artest, Gasol, Howard. Ora come ora più che i fab five sono un soap opera, difficile trovino una quadratura e, anche se la troveranno, più di raggiungere i playoffs non si vede cosa possano fare, superare il primo turno sarebbe estremamente complesso, ammesso che raggiungano l’ottava posizione, certo è che nessuno vorrebbe trovarseli di fronte giù ad aprile, come mina vagante. Staremo a vedere. WE LOVE THIS GAME.

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