Si è ritirato Jason Kidd, lasciandosi alle spalle venti anni da superstar Nba, playmaker di nome e di fatto, uno che decideva le partite anche senza segnare e, decisamente, non sono tanti in grado di riuscirci.
Ancora continua ad allacciarsi le scarpe un altro grande vecchio, il canadese Steve Nash, talento pazzesco ormai quarantenne, approdato ai Lakers forse troppo tardi per provare a vincere il titolo che il buon Giasone si è guadagnato in Texas in compagnia del tedesco.
Eredi? Un parolone, forse, di ragazzi in giro ce ne sono tanti, di playmaker puri forse meno, vediamoli in rassegna.
A prima vista, direte Derrick Rose o Russell Westbrook, entrambi due fenomeni, più guardie che play, se facciamo riferimento al vero contenuto cestistico del termine e non alla mera capacitá di portare la palla oltre la metá campo. Due grandissimi comunque, il primo forse ancor più grande ed anche un pò più playmaker del secondo, dovrá dimostrare di saper tornare ai livelli di mvp del 2011.
Non consideriamo neanche Ty Lawson, perchè oltre che egoista e poco propenso alla regia, non ha neanche il talento assoluto dei due precedenti.
Non male Deron Williams, che però non è mai più tornato ai livelli dei Jazz, anche se ha potenza e visione di gioco.
Tra i giovani non male Lillard e Holiday, grandissimo talento per Ricky Rubio, specialmente in campo aperto e nel pick’n roll, e per Step Curry, formidabile realizzatore e tiratore, anche lui però una guardia nel fisico di un playmaker undersized.
Tra le speranze per il futuro, ai vertici Usa ci sono John Wall, animale da contropiede , rapido e potente, e specialmente Kyrie Irving. Uncle Drew a parere di chi scrive è il vero talento del ruolo, la speranza del futuro, realizzatore, tiratore, grande atleta, visione di gioco, insomma, le credenziali del campione vero, l’erede , colui che è destinato a primeggiare in questa Lega nella posizione di point guard.
Ma adesso veniamo ad oggi, al podio dei migliori tre playmaker della Lega, nell’ordine Chris Paul, Tony Parker e Rajon Rondo.
Il playmaker dei Celtics ha un I.Q. cestistico fuori da comune, uomo assist, difensore d’anticipo, uomo squadra, leader emotivo, insomma un vero playmaker, peccato che non abbia nè mai avrá un tiro affidabile, con quello sarebbe stato il migliore in assoluto.
Al secondo posto il francesino che nell’ultima stagione ha dimostrato di avere ancora i numeri per comandare la Nba, con il suo tiro dalla media e le sue grandi accelerazioni.
Infine, il numero 1, rispetto a Parker ancora non ha dimostrato di saper vincere o di saper guidare un team da anello Nba, ma quanto a talento è una spanna sopra tutti perchè eccelle in tutto, difende, prende rimbalzi, recuperi, miliardi di assist, va dentro, realizza da fuori e da sotto, gioca il pick’n roll, comanda l’ attacco, sa quando mettersi in proprio e quando deve far girare la squadra.
Insomma, amici, la Nba è tanta roba, di grandi playmaker ce ne sono tanti, ma alcuni sono più “uguali” degli altri!