C’era una volta la scelta numero 1 del draft del 2006, un giocatore che, agli albori della sua vita Nba, veniva paragonato a Dirk Nowitzki e il cui talento sembrava non avere limiti. Veniva chiamato Mago, in realtà perchè così l’aveva soprannimato Ricky Pittis ai tempi della Benetton Treviso, in pratica poi quel nickname era diventato l’emblema della sua pallacanestro, un giocatore così alto capace di fare magìe sul parquet. Adesso, l’unica magìa cui ci è concesso assistere, ogni sera, è la sua sparizione dalle rotazioni importanti dei  Toronto Raptors.

bargnani Andrea Bargnani, ala forte di 2.13 m, fisico da pivot, mobilità di gambe pari ad un’ ala piccola, tecnica e proprietà di palleggio fuori dal comune per uno della sua statura, percentuali da tre punti da guardia tiratrice, con un range di tiro che svaria fino agli otto metri. In un draft come quello del 2006, in cui da segnalare, oltre a lui, i soli Rudy Gay, LaMarcus Aldridge e Rajon Rondo, era inevitabilmente un giocatore da prima scelta assoluta.

Adesso il Mago corre il rischio Keith Van Horn, come vi abbiamo già anticipato. Si, ma chi è questo Van Horn? La scelta numero 2 del draft 1997, dietro al solo Tim Duncan, un giocatore che avrebbe dovuto fare le fortune dei New Jersey Nets i quali, invece, avrebbero dovuto aspettare l’arrivo del buon Giasone, alias Jason Kidd, per ottenere i primi risultati degni di nota.

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Parliamo di un giocatore con stagioni da 21 e quasi 9 rimbalzi agli esordi, poi in lieve calando, fino all’addio alla Nba, comunque un ragazzo da quasi 10.000 punti e 4000 rimbalzi, uno che comunque in una squadra Nba, anche di alto livello, ci stava eccome. Eppure, per tutta la sua carriera, dopo i primi anni di assestamento, ha dovuto convivere con le voci di essere uno “morbido”, un giocatore “soft”, una seconda scelta assoluta buttata al vento, oltretutto in un draft veramente povero, a parte il citato numero 1, Tim Duncan! Queste voci ne hanno distrutto la carriera ad alto livello, tanto che i Nets, in odore di Finals, lo cedettero ai Philadelphia 76ers per arrivare a Dikembe Mutombo, senza ottenerne un vantaggio, oltretutto.

Il Mago adesso è Keith Van Horn, con la differenza che, nel complesso, è offensivamente più forte, salvo pagare in difesa e a rimbalzo. Il Mago è davvero nei guai. Ma chi è il Mago e, soprattutto, cosa può ancora dare a livello Nba??

Sei anni dopo vale ancora la numero 1 del draft? A parere di chi scrive, non sarà un Tim Duncan, ma in quel draft, anche adesso, sarebbe un numero 3-4, comunque non scenderebbe sotto la pick numero “5”. In Canada ormai è mal visto dall’ambiente, lo si accusa, come detto, di poca aggressività e di scarsa voglia di lottare per i rimbalzi, punto in relazione al quale, onestamente, con somma tristezza da parte di chi scrive, non può non affermarsi la sua indisponenza, poiché 4 rimbalzi di media in 35 minuti per un lungo di 2.13 , con il suo talento, sono un’affermazione tacita do poca volenterosità.

A sua giustificazione non può addursi che preferisca giocare lontano dal post basso perché questo vale in attacco, ma non in difesa dove deve necessariamente seguire i “4” avversari, che ne prendono 8-9 di media, generalmente. Ciò posto, Bargnani resta comunque un giocatore capace di segnare 18-20 punti a partita, micidiale nel tiro da tre punti e forte tecnicamente, anche se con un contratto “scomodo”.

Resta il fatto che, per quanto ai Raptors, nelle ultime partite pre infortunio, era ormai un giocatore di complemento, con partite anche da 10 minuti, con zero punti, dico zero punti,  in Nba tutti sanno che Andrea Bargnani è uno dei migliori “4” Nba, probabilmente il migliore sotto il punto di vista tecnico ed offensivo, ha ancora 27 anni, quindi almeno 5-6 anni buoni di carriera, e, nella situazione per lui ideale, magari da numero due della franchigia, con un discreto supporting cast, potrebbe essere giocatore decisivo in una ipotetica corsa al titolo.

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Non si sa soltanto nella Nba, ne sono a conoscenza anche i Raptors, che non lo hanno svenduto per Boozer, 32enne e, nel complesso, meno forte. Ai Bulls il Mago, con Rose ad attirare raddoppi, Noah a chiudere in difesa, sarebbe stato micidiale sulla linea da tre punti dove i lunghi avversari non possono seguirlo.

La stagione, tra malumori e infortuni, è stata un calvario, ma se non è stato svenduto è proprio perchè la sua reputazione, seppure in discesa, è ancora notevole. Non un duro, sicuramente, ma uno che sa giocare a pallacanestro. A lui spetta di tirar fuori gli attributi! Ci auguriamo che cominci già in nazionale ai prossimi Europei, poi il mercato Nba ci dirà dove il Mago “porterà i suoi talenti” la prossima stagione!

LEGGI L’ARTICOLO SUL DRAFT DI BARGNANI:

http://gigantidellapallacanestro.wordpress.com/2013/02/02/magia-e-sparito-il-mago-che-fine-ha-fatto-andrea-bargnani/