Kevin Love è ancora infortunato, la stagione dei Timberwolves ormai si può definire, salvo clamorose striscie di vittorie, già terminata senza l’accesso ai playoff.

Kevin Love

L’ala forte californiana è stata già al centro di voci di mercato che avrebbero dovuto portare, con il contorno di giocatori minori, Dwight Howard ai Brooklyn Nets, proprio Love ai Los Angeles Lakers, Brook Lopez e Gerald Wallace ai T-Wolves.

La trade non è decollata, anche a causa dell’infortunio di Love, che precluderebbe ai Lakers il suo utilizzo, estremamente necessario vista la situazione disastrosa che si vive in California, e il nipote dei Beach Boys attualmente è rimasto a casa, se tale per lui si può definire Minneapolis.

Love, infatti, è californiano e, soprattutto, non ha apprezzato le dichiarazioni della franchigia che sembra vedere più in Rubio che in lui il vero leader del futuro, l’uomo su cui costruire una squadra vincente. E questo ha destabilizzato il giocatore.

Ma chi sono i T-Wolves allo stato attuale? Conviene al giocatore emigrare altrove?

A studiare così i roster di Lakers e Timberwolves, i primi sono in dirittura d’arrivo, Bryant e Artest sono a fine carriera, 35enni entrambi, Nash 38, Gasol 32, solo Howard ha ancora 27 anni ma attualmente non è fisicamente integro.

I Wolves, invece, hanno un nucleo giovane e forte, con Rubio, Pekovic, Shved, Williams, oltre a Love stesso, con qualche senatore, come Kirilenko, comunque appena 30enne, e Ridnour. Questa squadra ha un futuro e, probabilmente, avrebbe anche un presente, se non si fossero verificati vari infortuni in rapida sequenza.

Ormai la stagione è andata così, occorre pensare al futuro, e ci si deve chiedere se può aver senso lasciare andare Love. Parliamo di uomo da 25 punti e 15 rimbalzi, in una squadra da titolo le sue medie resterebbero simili, qualche punto in meno magari, rimbalzi invariati probabilmente, è un giocatore vero, forse il miglior bianco americano nella Nba, uno dei primi 20 giocatori della Lega.

L’unica considerazione tecnica consiste nel fatto che Love non garantisce al 100% quell’atletismo che sarebbe devastante sfruttando i giochi a due con Ricky Rubio, che avrebbe bisogno di un bloccante da pick’n roll tutto corsa, atletismo ed elevazione, con annesse schiacciate e stoppate volanti, piuttosto che un giocatore come lui, tiratore dalla lunga e più tecnico.

In realtà, in linea teorica, Love andrebbe benissimo per i pick’n pop, aprendosi e tirando dalla lunga distanza, e quindi il giocatore atletico potrebbe essere individuato nel ruolo di centro, ma scambiare Pekovic, che sta giocando benissimo, è più difficile, e di “5” veramente in grado di fare la differenza ne esistono ben pochi, vedi Tyson Chandler o Dwight Howard.

Ecco perchè, le considerazioni tecniche, i documenti che dicono California, e i malumori causati dalla dichiarazioni del club, potrebbero portare a un futuro distante da Minneapolis, per Kevin Love, magari non adesso ma a fine anno.

E allora, quali le possibili destinazioni?

act_josh_smithAbbiam detto dei Lakers, anche se quello scambio è pura utopia. Ciò posto, i Wolves potrebbero accontentarsi di prender qualcosa di meno dallo scambio, magari due giocatori da supporting cast, inserendo nello scambio una terza franchigia, per poi mirare sul mercato dei free agents, dove, grazie allo spazio salariale liberato, a fine anno potrebbero firmare Josh Smith, ala forte dotata di atletismo ai limiti delle possibilità umane, all’ultimo anno di contratto agli Atlanta Hawks per una cifra di $13,200,000.

Smith sarebbe uomo da pick’n roll con Rubio, ha 27 anni, è 2.06 m, salta, schiaccia e stoppa in modo spettacolare, è meno forte di Love, nel complesso, ma garantisce comunque 17 punti e 9 rimbalzi di media, con un gioco estremamente diverso, attaccando più il ferro, sfruttando le doti atletiche più di quelle tecniche.

Così facendo, i T-Wolves si ritroverebbero con Rubio, Kirilenko, Smith e Pekovic in quintetto, più una guardia presa nello scambio o trovata anch’essa tra i free agents, dove sono liberi Monta Ellis ed O.J. Mayo, oltre ad Iguodala, Tony Allen e J.J. Reddick.

In panchina i soliti Williams, Ridnour, Shved e quanto percepito nella trade riguardante Kevin Love ed i Los Angeles Lakers.

A questi ultimi, che vedrebbero partire uno tra Gasol e Howard, probabilmente il primo, arriverebbe una pedina fondamentale, perfetta per integrarsi con Howard e, se Nash e Bryant avranno ancora da dire per un’ altra stagione, con Artest, Blake, Hill, e magari qualche rinforzo per la panchina, potrebbero provare a regalare al canadese il primo titolo della sua carriera.

Al momento, è fanta Nba, staremo a vedere.