mancinelli

Markoishvili a bordo campo, accanto ad Anna Cremascoli, con la sciarpa canturina ancora al collo, la curva che canta per lui, e in campo i suoi ex compagni che battono la Dinamo Sassari, squadra seconda in classifica, con il punteggio di 94 – 80, ottima prestazione, e una difesa che si è stretta nell’ultimo quarto.

Presente anche Stefano Mancinelli, sostituto del georgiano in maglia bianco blu, 10 punti in 17 minuti, 2/2 da tre, 2/4 da due, 4 falli subiti, 1 rimbalzo, 1 recupero e 1 assist.

[vedi http://www.gazzetta.it/Basket/Italia/03-02-2013/mancinelli-buona-prima-cantu-schianta-sassari-914122986939.shtml ]

Cosa cambia a Cantù con la partenza di Markoishvili e il conseguente arrivo di Mancinelli. Cosa potrà dare il capitano della nazionale al proprio coach Trinchieri?

Manuchar Markoishvili era il go to guy di Cantù, il giocatore più tecnico, con più esperienza ad alto livello, a 18 anni già alla Benetton Treviso con un futuro da predestinato salvo poi ricostruirsi una carriera a Cantù, giocatore dall’arresto e tiro simile a quello di Danilovic, con meno rapidità e meno elevazione però, capace di creare per sé e per i compagni, realizzatore e uomo a cui arrivava la palla nei momenti chiave delle partite.

Mancinelli, se possibile, ha più esperienza del georgiano, ad alto livello ha raggiunto molteplici finali scudetto, ha giocato in nazionale, era vicino ai Portland Trail Blazers nel 2007, una finale di Eurolega, anche se deludente, uno scudetto con la Fortitudo.

Il problema è che il Mancio è giocatore di sistema e non prima punta, anche lui capace di creare per se e per i compagni, ma mai dal palleggio, piuttosto dal post basso, dove può giocare l’uno contro uno oppure riaprire per i compagni piazzati sulla linea dei 6.75 metri.

Insomma, si tratta di un grande talento di primissimo livello, nel complesso magari più adatto a giocare in una grande squadra rispetto a Markoishvili, ma per le esigenze di Cantù, l’utilità dell’uno rispetto all’altro è ancora tutta da valutare.

Due giocatori diversissimi, entrambi principalmente ali piccole ma il georgiano tendente al ruolo di guardia, capace di portar palla all’occorrenza, l’italiano più propenso a spostarsi in ala forte, dove può sfruttare la propria velocità ed atletismo.

Ad ogni modo, all’esordio l’impatto di Mancinelli è stato notevole, soprattutto perché, oltre alla pericolosità in post basso, dove può attaccare ogni ala piccola avversaria con uno strapotere fisico e tecnico devastante, ha anche realizzato un prezioso 2/2 dalla linea dei tre punti.

Certo, si potrebbe definire una casualità ma se il Mancio avesse impiegato questi sei mesi di inattività forzata ad allenare il tiro da tre punti, ecco che Cantù avrebbe un giocatore ancora più prezioso, un giocatore con una doppia dimensione, “3” potente o “4” tattico, difensore d’anticipo come pochi e di preziosa intelligenza cestistica.

In conclusione, al capitano della nazionale sicuramente non potrà chiedersi di creare dal palleggio, di essere il go to guy dei brianzoli, ma il suo innesto potrebbe attribuire alla squadra una nuova opzione offensiva, quella in post basso, che inizialmente le mancava e, se Aradori sarà quello di Sassari, 21 punti e la leadership dell’attacco in mano, allora probabilmente Cantù potrebbe anche aver guadagnato qualcosa, sotto il profilo tecnico e fisico oltre che sotto quello economico.