C’era una volta la scelta numero 1 del draft del 2006, un giocatore che, agli albori della sua vita Nba, veniva paragonato a Dirk Nowitzki e il cui talento sembrava non avere limiti.

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Quello era Andrea Bargnani, ala forte di 2.13 m, fisico da pivot, mobilità di gambe pari ad un’ ala piccola, tecnica e proprietà di palleggio notevoli, percentuali da tre punti da guardia tiratrice, con un range di tiro che svariava fino agli otto metri.

La sua carriera è stata inizialmente un crescendo, nonostante difficoltà dovute soprattutto alla compatibilità iniziale con Chris Bosh, la cui presenza costringeva il Mago, soprannome attribuitogli da Riccardo Pittis ai tempi della Benetton Treviso, a giocare spesso da “3” e da “5” per poter trovare più spazio.

Andato via Bosh, i Toronto Raptors, tre anni fa, sono diventati la sua squadra, e lui è stato designato, anche dai media locali, come l’uomo franchigia.

Primo anno post era Bosh da 21 punti e 5 rimbalzi di media, statistiche notevoli, nonostante il numero di rimbalzi ricordi quello di un esterno e non di un lungo importante.

Ma i Raptors restavano una squadra debole, con accanto a lui una varietà di giocatori senza gerarchie, senza ruoli definiti, squadra in crisi, staff tecnico precario, dirigenza confusa.

Ciò nonostante, gli unici europei capaci di realizzare più di 21 punti di media in una stagione Nba restano un’elitè nella quale in pochi possono raccontare di essere entrati: Drazen Petrovic, Dirk Nowitzki, Tony Parker e Peja Stojakovic. Per esser chiari, giocatori probabilmente più forti, anche se alcuni in tempi diversi, non hanno raggiunti tale livello realizzativo. Tony Kukoc perchè giocava nei Bulls, ma anche Sabonis, Danilovic e, in tempi più recenti, Divac, Kirilenko e  Gasol , quest’ultimo veramente di pochissimo, non ci sono mai arrivati, sebbene tutti siano, attualmente,  o siano stati, giocatori di ben diversa caratura.

L’anno dopo partenza fortissima, poi frenata da ripetuti infortuni.

Quest’anno, invece,  anche la partenza è stata negativa, Raptors sempre perdenti, Mago incapace di produrre quantomeno le solite statistiche, e dopo i soliti infortuni.

E senza di lui i Raptors hanno cominciato a vincere qualche partita, con Ed Davis e Amir Johnson sotto canestro, meno talento, più aggressivi, molti più rimbalzi.

Ma chi è il Mago e, soprattutto, cosa può ancora dare a livello Nba??

Partiamo dall’inizio, draft 2006, Bargnani vi arriva da campione d’Italia con la Benetton Treviso, con un finale di stagione di altissimo livello, ad appena 20 anni.

Tutti rivedono in lui qualcosa del tedesco di Wurzburg e, effettivamente, qualcosa c’era.

Sei anni dopo vale ancora la numero 1 del draft?

Qualche anno fa, si diceva che, in un draft non particolarmente ricco come quello del 2006, col senno di poi,  Bargnani poteva comunque legittimamente essere ritenuto il numero 1.

A parere di chi scrive, però,  la considerazione è ancora valida.

Ragioniamo sul draft.

  • Numero 2: LaMarcus Aldridge, probabilmente meno forte, nel complesso, del Mago, macchina da statistiche, sfiora la doppia doppia di media, con i Trail Blazers.
  • Numero 3: Adam Morrison, scomparso.
  • Numero 4: Tyrus Thomas, non pervenuto.
  • Numero 5: Shelden Williams, non pervenuto.
  • Numero 6: Brandon  Roy, sfortunatissimo talento che sta tentando invano di recuperare dagli infortuni.
  • Numero 7: Randy Foye, non pervenuto.
  • Numero 8: Rudy Gay, ottimo giocatore dei Memphis Grizzlies, esterno realizzatore.

Dal numero 9 al numero 21, niente di che, citiamo  J.J Redick (Orlando Magic), Sefolosha (OKC Thunder), Simmons (Enel Brindisi), poi alla 21 Rajon Rondo, dei Boston Celtics, forse la vera superstar di questo draft, playmaker dotato di IQ cestistico fuori dal comune, doppia doppia di media con punti e assist, ottimo rimbalzista e ladro di palloni. Ma nel 2006 nessuno si aspettava che potesse diventare così forte.

Dopo la 21, qualche nome conosciuto, anche in Europa, ma nessuna star.

Il Mago, anche sei anni dopo, vale sempre almeno un posto nei primi tre di quel draft.

Detto questo,  sembra che, per Bargnani, fermo ai box ma in attesa di rientrare nella prossima settimana, si possa prospettare una trade all’orizzonte.

In Canada ormai è mal visto dall’ambiente, lo si accusa di poca aggressività e di scarsa voglia di lottare per i rimbalzi, punto in relazione al quale, onestamente, con somma tristezza da parte di chi scrive, non può non affermarsi la sua indisponenza, poiché 4 rimbalzi di media in 35 minuti per un lungo di 2.13 , con il suo talento, sono un’offesa per tutti coloro che amano questo sport.

A sua giustificazione non può addursi che preferisca giocare lontano dal post basso perché questo vale in attacco, ma non in difesa dove deve necessariamente seguire i “4” avversari, che ne prendono 8-9 di media, generalmente.

Ciò posto, Bargnani resta comunque un giocatore capace di segnare 18-20 punti a partita, micidiale nel tiro da tre punti e forte tecnicamente, anche se con un contratto “scomodo”.

In una ipotetica trade, per avere fortuna, dovrebbe ritrovarsi in una squadra con un centro dominante, che si occupi di difesa e rimbalzi, un Tyson Chandler o un Joakim Noah, per fare chiarezza, e con un playmaker che lo possa servire quando si apre per il tiro.

In primo luogo si era parlato dei Lakers, al posto di Gasol, ma non sembra se ne farà nulla.

Il centro dominante c’era, Howard, il playmaker pure, Nash, la soluzione per lui poteva anche essere positiva e costruttiva.

In secondo luogo, i Knicks, che hanno un Amare Stoudamire di troppo.

Bargnani è più giovane, più tecnico, complessivamente meno forte, sia lui che Stoudamire hanno contratti pesanti, ma la trade, sotto il profilo tecnico avrebbe senso.

Per Woodson un altro giocatore capace di spaccare le difese col tiro da tre punti, molto più forte di Steve Novak, che occupa attualmente quel ruolo, per i Raptors un ipotetico uomo franchigia da 20 e 10 di media. Solo un’ipotesi al momento.

Ai Bulls non se ne parla, i Raptors non vogliono Carlos Boozer.

Resterebbero solo i Nets, che potrebbero dare Gerald Wallace e Kris Humpries, oppure gli Haws con Josh Smith, in scadenza di contratto.

Se restasse, ai Raptors è appena arrivato Rudy Gay da Memphis, con problemi di salary cap, giocatore anch’egli draft 2006, esterno da 20 di media, col quale formerebbe una discreta coppia. Staremo a vedere.

Si viene e si va, in Nba, questo è evidente, auguriamo al Mago di tornare a far bene in campo, su qualsiasi campo, “just be back”, dove faccia le sue magie è irrilevante.