La pallacanestro italiana è molto diversa da quella degli anni novanta, il livello è decisamente variato, con un livellamento verso il basso probabilmente. Questo è sotto gli occhi di tutti. Al giorno d’oggi, realtà che usualmente non avrebbero potuto competere per lo scudetto (ma avrebbero comunque detto la loro ad alto livello), oggi possono anche provare il colpo grosso, vedi Sassari, frutto di programmazione pluriennale ed investimenti, o anche Brindisi, che punta sempre su un nucleo straniero e tutto da scoprire.

Si, tutto vero, ma cosa è cambiato in tutti questi anni? Partiamo dal presupposto che l’epoca d’oro del basket italiano, quella di Basket City, per dirla tutta, difficilmente tornerà nel breve periodo, parliamo di sfide a suon di miliardi e super campioni, con Virtus e Fortitudo su tutte, ma anche con Scavolini, Benetton, prima anche Cantù, poi Siena, qualche exploit di Varese, un livello inimmaginabile.

Qui di seguito abbiamo messo a raffronto le prime tre classificate in quattro campionati random, negli ultimi venti anni. I dati che emergono sono essenzialmente i seguenti:

– nel 1992 i quintetti base, seppure con soltanto due stranieri, erano davvero formidabili. Gli stranieri erano decisamente di un altro livello, giocatori che oggi sarebbero tutti nella Nba. Tuttavia, la panchina non è paragonabile, spesso composta da un sesto uomo e tanti comprimari italiani che oggi militerebbero tutti in serie inferiori.

– nel 1998 abbiamo raggiunto il boom, quintetti stratosferici, panchine lunghe, sfide memorabili. L’escalation degli anni 90 produrrà squadre di altissimo livello fino all’inizio del nuovo millennio, quando ai campioni che già formavano i quintetti si aggiunsero i comunitari per la panchina, a scapito di molti italiani che scesero di categoria e minutaggio. Questo portò a numerosi finali di Eurolega, con Benetton, Fortitudo e Virtus su tutte, quest’ultima unica capace di trionfare due volte in Europa.

– negli anni, il numero di comunitari è aumentato sempre di più, così come quello degli stranieri in generale, è però calato notevolmente il livello dei top player, con il risultato che decisamente ad oggi ci ritroviamo squadre più profonde rispetto agli anni novanta, con molti meno picchi di talento, non essendoci più i campioni di una volta, neanche a livello italiano, visto che i top player sono nella Nba e che, comunque, il movimento cestistico Fip ha risentito dell’infornata di stranieri che hanno invaso la serie A.

In questo contesto, che emerge chiaramente dalle tabelle qui sotto, a parte il miracolo Siena, unica che negli ultimi anni ha mantenuto alto sia il livello dei top player che la profondità del roster (ed infatti è l’unica che ha ottenuto risultati in Europa), oggi le squadre avrebbero potenzialmente la disponibilità di creare roster davvero formidabili, ma vengono limitate dalla carenza di mezzi economici e dall’aumento di franchigie Nba. Tradotto, vuol dire che i migliori americani e europei sono tutti negli Usa, e quelli che non vanno nella Nba, ad oggi, sono in Spagna, Grecia, Russia o Turchia. Inoltre, i mercati emergenti, quali anche la Cina ad esempio, ma soprattutto Germania e Francia, creano ulteriori problemi, portando via altro talento al nostro campionato.

Insomma, ci ritroviamo tante squadre lunghe, con roster profondi magari, talento poco, e quando c’è, si vede, vedi i cugini Diener ad esempio, o Daniel Hackett. Non avremo più i super fenomeni di una volta, accontentiamoci della profondità delle squadre e, soprattutto, dell’incertezza del campionato. Certo, il risultato era in dubbio anche quando a giocarsela erano i vari Kukoc, Bodiroga, Danilovic, Myers o Ginobili, ed era decisamente meglio.

Certo, poi se Milano, che è l’unica che ha i mezzi, spende male e non ottiene risultati, allora il problema di sistema diventa anche più evidente. Tempo al tempo, torneremo a competere anche in Europa, la svolta sono i settori giovanili e la compatezza della Lega. La crisi si è presa ormai anche il basket, noi continueremo ad apprezzarlo e seguirlo, la crisi non ci può portare via questo piacere!

Andrea Di Vita

SQUADRA VINCITRICE DELLO SCUDETTO

1992 – Benetton Treviso 1998 – Virtus Bologna 2005 – Fortitudo Bologna 2012 – Mensana Siena
Del Negro Rigadeau Vujanic Mc Calebb
Iacopini Abbio Basile Rakocevic
Kukoc Danilovic Douglas Moss/ Aradori
Vianini Savic Smodis Stonerook
Rusconi Binelli Bagaric Andersen
Mian Hansell Rombaldoni/ (Pozzecco) Zizis
Mayer Crippa Belinelli Carraretto
Morrone Sconochini Mancinelli Thornton
Pellacani Frosini Lorbek/ Cotani Lavrinovic
Generali Nesterovic Smodis Ress/ Michelori

SECONDE CLASSIFICATE

boblog.corrieredibologna.corriere.it/
1992 – Scavolini Pesaro 1998 – Fortitudo Bologna 2005 – Olimpia Milano 2012 – Olimpia Milano
Workman Rivers Djordjevic Cook
Gracis Myers Coldebella Gentile
Daye Wilkins Calabria Hairston
Magnifico Fucka Singleton Fotsis
Costa Chiacig Blair Bourousis
Calbini Attruia Mc Collough Giachetti
Grattoni Moretti Gigena/ Cavaliero Bremer
Cognolato O’Sullivan Maravic Mancinelli
Zampolini Galanda Fajardo Melli
Costa Gay Schultze Rocca

TERZE CLASSIFICATE

Basketinside – Luigi Canu
1992 – Virtus Roma  1998 – Pall. Varese  2005 – Benetton Treviso 2012 – Dinamo Sassari 
Fantozzi Pozzecco Bulleri T. Diener
Niccolai Meneghin Garnett D. Diener
Avenia Komazec Siskauskas Hosley
Radja De Pol Goree Plisnic
Mahorn Petruska Marconato Easley
Attruia Relic Morlende Pinton
Premier Giadini Wucherer De Vecchi
Lulli Cazzaniga Soragna Sacchetti
Croce Van Velsen Bargnani Vanuzzo
Bargna Casoli Bluthenthal Metreveli