Prosegue la nostra divertente ed assolutamente ironica rubrica e stavolta ci addentriamo nel mondo Nba, precisando che quando parliamo di squadra Nba parliamo di squadra Nba vincente, perchè molti dei qui di seguito descritti farebbero divertire ed esaltare le cosiddette non contenders, almeno i tifosi avrebbero qualcosa di cui parlare per dimenticare le sconfitte! Tuttavia difficilmente riuscirebbero ad integrarsi in un sistema davvero vincente, vedi il mondo Spurs! Qui di seguito una lista, da prendersi esclusivamente per farsi una risata!

IL KILLER

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Nello sport, l’assassino è quello con il killer istinct, ovvero il giocatore capace di vincere le partite, chiudere i conti, essere decisivo nel momento cruciale, con una giocata o un canestro importante. Questo vale dappertutto generalmente, non negli spogliatoi Nba o in generale dello sport professionistico americano, pieni a dismisura di super talenti provenienti dai ghetti più malfamati delle città statunitensi. Ebbene, mai utilizzare il sostantivo “killer” nella Nba, perchè in tanti sono per davvero degli assassini mancati, gente che senza talento avrebbe fatto quello per lavoro, o comunque come parte del proprio lavoro criminale. E il “killer istinct” non colpisce soltanto i giocatori ai margini,  celebre il caso di Gilbert Arenas, superstar Nba che sfiorava anche i 30 di media per allacciata di scarpe, che quasi si sparava in spogliatoio con Javaris Crittenton, ai tempi dei Wizards. A parte questi, non escludiamo che in tantissimi sappiano maneggiare ed abbiano un revolver sotto il cuscino. Meglio non averli in squadra, non si sa mai, una parola di troppo in allenamento e quello che normalmente finirebbe con un “vaffa”, invece ti va a finire con una gara a chi ha il ferro più grande e magari un proiettile piantato nella chiappa destra!

IL PIAGNONE

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Nonostante tutti vogliano arrivare nella Nba e pochissimi ci riescano, il mondo del basket a stelle e striscie non entusiasma proprio tutti. In tanti vi sono arrivati e poi hanno fatto fatica ad ambientarsi, oppure semplicemente hanno perso il lume della ragione, cadendo in depressione e tristezza immotivata. Si tratta del tipico giocatore giù di morale, sempre alle prese con i propri pensieri (generalmente troppi soldi o troppe donne), che alla fine non ce la fa più e si scatena in pianti clamorosi dinnanzi ai propri compagni, generalmente le tipiche persone comprensive cui vorresti affidarti in caso di depressione. Recentemente abbiamo visto Shved, con Rubio che cercava di tirargli su il morale. Ma il più celebre di tutti resta “piagnone” Vin Baker, grandissima power forward campione olimpico a Sidney, che oltrepassati i trenta, divenne famoso soprattutto per le serate a base di alcol e per i pianti in pubblico! In tanti, nella Nba, erano noti per l’alcool, vedi Sir Charles Barkley o magari Jason Kidd, ma questi la prendevano a ridere e venivano arrestati per guida in stato di ubriachezza, da veri bad boys!

L’ANACONDA

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Ragazzi, tutti vorrebbero avere in squadra un Black Mamba. In pochi vorrebbero un anaconda, o pitone, o cobra reale. Chiamatelo come volete, fatto sta che in uno spogliatoio Nba la doccia deve essere veramente un momento problematico. Perchè vedete, sicuramente il Black Mamba è il più grande attaccante della Nba, ma l’anaconda è il più insidioso difensore spalle a canestro dell’universo, in pochi vorrebbero farci a sportellate in post basso! Già si narra che il pivot colored medio possa lasciarsi cadere in avanti restando comunque in equilibrio, quasi che avesse un cavalletto da bicicletta a sorreggerlo, poi ci sono anche i cosiddetti casi eccezionali, o scherzi della natura, quelli che decisamente non vorresti mai avere vicino quando ti fai la doccia nel post partita o nel post allenamento. Immaginatevi la scena di trovarvi in doccia tra Greg Oden e LeBron James, da rabbrividire per davvero! Purtroppo, se pensate di andare nella Nba, dovrete farci l’abitudine, schiena al muro e saponetta di riserva. Panico assoluto!

LA SIGNORINA

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Ci riferiamo al tipico giocatore, generalmente bianco, che farebbe incazzare qualunque compagno o allenatore, quello col potenziale magari pazzesco che poi sul campo sembra un damerino da ballo delle debuttanti. E’ quello che in contropiede, mentre sta partendo la ola, poi appoggia al tabellone, quello che potrebbe sfondare un canestro ma va in lay up, quello che non parla mai, non va mai sopra le righe. Precisiamo, molte di queste sfaccettature caratteriali le ha anche Tim Duncan, non il giocatore con cui vorresti far serata, però poi il caraibico sul campo ha un talento pazzesco nonchè due attributi quanto una casa, qui invece parliamo del Keith Van Horn Nba life style, ovvero il giocatore alla Van Horn, talento incredibile, sul campo un agnellino in mezzo ai leoni. Purtroppo, per gli americani in questa categoria rientra anche Mago Bargnani, uno che secondo loro preferirebbe davvero qualunque cosa piuttosto che andare a battagliare nel pitturato.

IL TOSSICO

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Beh, diciamo che qui ritorna il discorso fatto per il killer. Una gran parte dei giocatori Nba proviene dai peggiori ghetti statunitensi, certo poi i migliori per davvero generalmente vengono da un passato discreto o accettabile, salvo casi eccezionali vedi Allen Iverson (che comunque è stato sempre limitato dal suo background), però spesso i più grandi talenti sono problematici, non riescono ad esprimersi e ricadono nei problemi adolescenziali, spesso a causa delle vecchie amicizie che non muoiono mai. Recentemente abbiamo visto JR Smith, sospeso per mariuana e famoso per aver risposto ad una cronista che gli aveva chiesto come avesse passato l’estate con un secco “bene, sono uscito di prigione”, Chris “Birdman” Andersen, sospeso per tutto, ma proprio tutto, perchè lui nei primi anni Nba non si faceva mancare proprio nulla, quanto a droghe. Forse l’unico che è stato beccato più volte, ma che comunque vorreste sempre in una squadra Nba da titolo, si chiama Rasheed Wallace, perchè questo aveva il suo passato ed anche il presente turbolento, ma poi sul campo era troppo forte,  una luce abbagliante sul parquet, e gli perdonavi tutto, un numero 1.