bargnani

Infortuni e critiche. Sono le parole ricorrenti nel 2012-13 di Andrea Bargnani. Una stagione da incubo non poteva che avere un finale da incubo. Il 2012-13 di Andrea Bargnani, l’annata peggiore della sua carriera, si è chiusa ufficialmente con 18 gare d’anticipo per colpa dell’infortunio al gomito destro rimediato contro i Lakers. Nessuna relazione con lo strappo al gomito, sempre il destro, che ha fatto perdere al Mago quasi due mesi tra inizio dicembre e inizio febbraio (26 partite in tutto), si sono affrettati a precisare i Raptors. Ma il risultato è praticamente lo stesso: Bargnani fermo ai box e la sua avventura a Toronto potrebbe essere finita così.

Bargnani, prima scelta assoluta nel draft 2006, bargnani1è dotato di una buona mobilità senza palla, ottimo tiro dalla lunga distanza e abilità nel palleggio in penetrazione, anche quando marcato da giocatori più piccoli, caratteristiche atipiche per un giocatore della sua stazza e del suo ruolo, che lo rendono più simile ad un’ala piccola che ad un vero lungo. Questa sua versatilità rende più difficili gli accoppiamenti difensivi, potendo sfruttare mismatch con avversari più grandi o più piccoli. Per le sue doti fisiche e di gioco è stato spesso paragonato a Dirk Nowitzki, stella tedesca dei Dallas Mavericks, lungo con caratteristiche simili.

Nonostante tutto il Mago ha chiuso il 2012-13 con 35 partite e 12,7 punti di media, il minimo dal 2007-08. Ha prodotto 6,6 punti in meno della stagione scorsa, tirato col 40% dal campo (minimo dal suo secondo anno in Nba), catturato 3,7 rimbalzi a partita (solo nel 2007-08 erano stati così pochi). Partito come uomo simbolo dei Raptors a inizio stagione, Bargnani è stato travolto dalle critiche ben prima dell’infortunio a gomito e polso destro contro Portland del 10 dicembre. Si parlava già allora di un suo addio, destinazione Lakers in cambio di Pau Gasol, ma i gialloviola volevano dare allo spagnolo la possibilità di giocare con Steve Nash. L’infortunio dell’azzurro ha fatto saltare la trade, e quando il Mago è tornato a disposizione di coach Dwane Casey il 6 febbraio dopo quasi due mesi di stop, Toronto non era più la sua squadra, ma quella di Rudy Gay. “Ad Andrea farebbe bene un cambio di scenario” aveva detto il g.m. dei Raptors Bryan Colangelo, lo stesso che due anni fa aveva definito Bargnani “enigma degli enigmi”.

Il cambio però non c’è stato, perché l’italiano è tornato troppo a ridosso della chiusura del mercato per permettere ai Raptors di ottenere qualcosa di buono. E anche perché in campo è sceso il fantasma di Bargnani: 5,8 punti di media in 10 partite dalla panchina, 1,6 rimbalzi di media e tanti, tanti fischi dai suoi tifosi. Tornato titolare nel tentativo di rilanciarlo in vista dell’addio estivo, il Mago stava viaggiando a 15 punti di media, prima del nuovo infortunio, nel primo quarto contro i Lakers: quando a 3’08” dalla fine del primo quarto è tornato in panchina muovendo in modo innaturale il braccio destro.

Ora il futuro di Bargnani è un “enigma degli enigmi”. In estate c’è l’appuntamento con la Nazionale, che ora è in forse. Ma l’Italia non è l’unico pensiero del Mago. Toronto cercherà nuovamente di trovargli una squadra a fine stagione, magari riaprendo il discorso con i Lakers per Gasol. Ma non sarà facile piazzare Bargnani, che è a libro paga per 22,25 milioni nelle prossime due stagioni (anche se potrebbe decidere di diventare free agent nell’estate 2014, rinunciando agli ultimi 11,75 milioni del suo contratto) e che ha limiti ben noti al resto della Nba. E ora è considerato anche uno che ha problemi di infortuni, visto che a fine stagione avrà perso un totale di 82 partite su 148 nelle ultime due annate (anche il 2011-12 era finito in anticipo a causa dei problemi cronici al polpaccio sinistro). Non dovesse trovargli un team, Toronto potrebbe anche ricorrere all’amnesty, la clausola che le squadre possono usare solo una volta e che consente di liberarsi dei giocatori sotto contratto nel 2010-11 pagando subito il dovuto ma senza andare a pesare sul salary cap. Una soluzione che consentirebbe a Toronto di liberarsi del suo “enigma” e a Bargnani di scegliersi da solo una nuova squadra. Per tornare a vivere un sogno dopo un anno da incubo.

Ecco le sue parole rilasciate alla redazione della Gazzetta :

Andrea, quanto è deluso per questo nuovo infortunio?

“Molto. Non si è mai soddisfatti di non poter giocare a causa di un infortunio, se poi arriva poco dopo il rientro da uno precedente è più difficile da mandare giù. Ma questo non vuol dire che non continuerò a dare il mio contributo per la squadra, in qualunque modo possibile”.

Come è successo?

“Il braccio mi è rimasto incastrato in un pick-and-roll con Kobe Bryant. E’ andato a sbattere proprio sul punto che mi dava ancora un po’ fastidio, facendo fare al gomito un movimento innaturale. Ho capito subito che c’era qualcosa che non andava e ho immediatamente chiesto il cambio. Fortunatamente non è una cosa grave perché in qualche settimana sarò al 100%. Però proprio non ci voleva”.

E’ deluso per come è andata la sua stagione?

“Deluso è la parola sbagliata. Un giocatore è deluso quando gioca male, non quando non riesce nemmeno a giocare. In quel caso è frustrato. E’ stata una stagione difficile, condizionata da infortuni gravi. Non ho potuto dare il meglio di me con costanza, e questo è frustrante. Ma sono certo che potrò rifarmi molto presto, come tutta la squadra potrà continuare a dire la sua, che sia in questo finale di stagione o il prossimo anno”.

Quando hanno pesato critiche e fischi sul suo rendimento?

“L’unica cosa che ha influito sono stati gli infortuni, purtroppo. Sono abituato alle critiche dai primi anni di Treviso, è normale per un giocatore del mio talento e nella mia posizione. Nessuno si mette a criticare un giocatore scarso. I fischi ovviamente non fanno mai piacere, ma il pubblico è libero di esprimere le proprie emozioni, positive e negative”.

Con che stato d’animo stava affrontando le partite?

“Non vedevo l’ora di rientrare e ributtarmi nella mischia. Avevo voglia di giocare e recuperare il tempo perduto, contribuendo al meglio possibile con la squadra e per la squadra”.

Potesse rigiocare il 2012-13, cosa farebbe diversamente?

“Non proverei ad andare a schiacciare nella partita contro Portland, ma mi sparerei un bel tiro da 3” (è l’azione del suo primo infortunio, n.d.r.).

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Quella contro i Lakers è stata la sua ultima partita con Toronto?

“Penso che quella con i Lakers sia stata, molto probabilmente, la mia ultima partita con Toronto di questa stagione”.

Un mese fa il suo g.m., Bryan Colangelo, aveva detto che le avrebbe fatto bene un cambio di scenario: guardando alla prossima stagione, pensa abbia ragione?

“Ritengo che in questo momento non sia necessario far sapere cosa penso. Vediamo quello che succede. Io ho le idee chiare”.

La nostra speranza è che la sua peggior stagione dal 2007/2008 non gli abbia tolto la voglia di ripartire, di dimostrare al più presto tutto quello che vale, magari già a partire dall’appuntamento estivo con la Nazionale: “Non è un vacanza facoltativa, ma uno degli orgogli più grandi che si possano provare da sportivo vero” dice il Mago della maglia azzurra.

Speriamo sia vero. In bocca al lupo Mago.