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STAGIONE:

Varese: inaspettatamente è prima in classifica con 30 punti, 15 vittorie e soltanto due sconfitte. Ha superato gli infortuni di Banks ed Ere senza ricorrere a stranieri a gettone, ed è un merito che le va riconosciuto in un basket senza limiti di mercato, dando fiducia a De Nicolao e provando Polonara anche da ala piccola per certi momenti delle partite.

Voto: 9

Milano: avrebbe dovuto uccidere il campionato, invece è sesta con 20 punti, ma è in risalita dopo un inizio a dir poco difficile. Disastrosa in Eurolega, il mercato di riparazione ha portato Green, Bremer e Radosevic, mentre sono andati via Cook, Stipcevic e Hendrix. Soprattutto sarà Green a stabilire dove potrà arrivare Milano quest’anno, è lui che accende e spegne la luce al Forum.

Voto: 6.5

STARTING FIVE:

Varese: parte con Green, Banks, Ere, Sakota e Dunston, in ordine di ruolo dal play al pivot. Green è il leader della squadra, tiene in mano il gioco e detta i ritmi ai compagni di squadra. Produce 14 punti, 6 assist e 4.5 rimbalzi, è utile in ogni lato del campo, gioca in penetrazione per concludere per sé stesso o per scaricare, tira col 40% da tre, è grosso fisicamente e porta gli avversari più piccoli in post basso. Da lui Varese non può prescindere, sta in campo 32 minuti a partita.

Banks e Ere sono le bocche da fuoco, il primo porta 16 punti di media alla causa varesina, è fenomenale quando va in palleggio, arresto e tiro, grandi percentuali di realizzazione, sembra abbia le molle, sotto questo punto di vista (e solo questo) sembra il primo Carlton Myers della Scavolini Pesaro.

Il secondo ha grande fiducia, segna 14 punti con sei rimbalzi di media, anche se è reduce da un infortunio che adesso lo limita un po’, dopo un inizio folgorante.

Sakota è l’ala forte titolare anche se gioca molto meno di Polonara, che finisce le partite, è il lungo atipico che segna da tre punti e, statene certi, segna davvero.

Dunston è un toro, elevazione pazzesca, forte fisicamente e dotato anche di discreta tecnica, per lui 15 punti e 7.5 rimbalzi di media. Il paragone si potrebbe fare, per chi ricorda quegli anni, con Bobby Lee Hurt, in A1 con Torino e Trapani nei primi anni novanta, per le stoppate, le schiacciate e soprattutto il movimento spalle a canestro che conclude, verso il centro dell’area, lasciando andare la palla da molto in alto.

VOTO: 8.5

Milano: il quintetto meneghino è composto da Green, Langford, Hairston, Fotsis e Bourousis.

Green è appena arrivato, è veloce e fa viaggiare la palla, accende la luce in un contesto di palleggiatori solisti, capace di ipotizzare un gioco di squadra all’interno dei monologhi di Langford e compagni. Ha grandi potenzialità, è un uomo – assist, vede i compagni ma realizza anche per se, finora 9 punti e 5.5 assist di media, con lui Milano è in ripresa, e in Coppa Italia ha una discreta esperienza.

Langford è un talento offensivo da Nba, in difesa non vale neanche metà dello stipendio che percepisce, sembra svogliato più che altro. In attacco però è immarcabile, in isolamento, in penetrazione o in arresto e tiro mancino con step back, per lui 14.5 punti in soli 25 minuti di media, e spesso li fa nell’ultimo quarto!

Hairston è un atleta Nba,  e in campo non puoi non notarlo, è utile in difesa, a rimbalzo, è il giocatore in più dell’Armani, ha punti nelle mani, al tiro è discreto ma non eccellente, in penetrazione va meglio ma è vicino al canestro, sugli scarichi o in post basso, dove è davvero devastante per i pari ruolo.

Fotsis non dobbiamo certo presentarlo noi, anche lui ha assaporato la Nba, poi ha preferito vincere tutto al Panathinaikos e in nazionale, è un atleta, alto 2.07 m, tira da tre come una guardia, prende rimbalzi, potenzialmente è il numero 1, potrebbe aprire le difese avversarie solo col pensiero, purtroppo quest’anno fa fatica e finora non ha rispettato le aspettative.

Bourousis in soli 20 minuti di media mette a referto 12 punti e quasi 7 rimbalzi a partita. Un altro con il suo fisico e la sua tecnica in Italia, attualmente, non esiste, spalle a canestro, in semigancio, discreto tiro da tre punti, buon atleta, buon rimbalzista. Il problema, però, è che ha troppo spesso problemi di falli, e caratterialmente non è uomo da finali incandescenti. Ad ogni modo, se “imbrocca” la partita giusta, non ce n’è per nessuno.

VOTO: 8.5

PANCHINA:

Varese: in panchina a Varese è esploso Achille Polonara, anche se, con 25 minuti di media, ormai è un sesto uomo alla Ginobili. Produce 11 punti, 6 rimbalzi e 2 recuperi a partita, con un high di 8 nell’ultima giornata. Dalla panchina porta atletismo, freschezza atletica, contropiede e tante stoppate.

Dietro di lui c’è De Nicolao, altro argento europeo under 20, play-guardia rapidissimo, buon ladro di palloni, ottima difesa e discreto tiro da tre punti, al momento più efficace da guardia, accanto a Green, perché ad altissimi livelli manca ancora di esperienza e leadership per guidare i compagni.

Infine, Rush sta dimostrando di meritare i minuti che gli vengono concessi e Talts è il centro di riserva, con compiti perlopiù difensivi. Cerella, causa infortunio, ancora non pervenuto.

VOTO: 7.5

Milano: la panchina dell’ EA7 è lunghissima, forse troppo lunga.

Giachetti era un play da nazionale, adesso lucida la panchina dell’Armani, se gioca per qualche motivo insolito, ovvero infortuni altrui, rende anche bene, per il resto Scariolo non lo vede nemmeno.

Chiotti gioca un po’ di più, è un lottatore, ma l’arrivo di Radosevic lo chiude inevitabilmente.

Ma la panchina dell’Armani, quella designata a giocare più minuti, è composta da Bremer, Basile, Gentile, Melli e Radosevic.

Non si sa se, causa infortuni, saranno presenti alle final eight e, se presenti, in che condizioni vi arriveranno, ma Gentile e Basile sono fondamentali per Milano, il primo in campo dà l’anima come un ragazzino e ancora spara qualche tripla, meno ignorante di una volta, ma sempre emozionante.

Gentile è un realizzatore, forte fisicamente, buon tiro, anche una buona visione di gioco, in penetrazione può realizzare ma anche servire l’assist, assolutamente deve velocizzare i piedi per essere davvero un big, ma già adesso è uno che conta, e ha solo 20 anni.

Bremer è un play da pick’n roll, eccede nel palleggio, spesso se ne esce con tiri sconclusionati ma è un ex della Nba, il talento non gli manca, come tutti nell’Armani, se è in giornata, sono problemi seri per gli avversari.

Infine Melli e Radosevic, giovani anche loro, il primo, con Gentile (e con i già detti De Nicolao e Polonara) è anche lui argento europeo under 20, con lui in campo Milano stringe in difesa, ha il piazzato da tre punti e da una mano in tutti gli aspetti del gioco, con grande generosità.

Radosevic gioca il pick’n roll e taglia forte dentro, cosa che Bourousis non sa fare, per questo è un buon sostituto del greco, è tornato con più sicurezza nei propri mezzi, dopo l’esperienza lituana.

VOTO: 8

COACH:

Varese: non può non rilevarsi la differenza di esperienza, ad alto livello, tra Frank Vitucci e il suo diretto avversario. Però Vitucci è un buon allenatore, le sue squadre giocano bene e a Varese ha creato un gioiellino di grande valore, una macchina perfetta, con gli ingranaggi ben allineati.

La squadra si diverte e fa divertire, si gioca un bel basket in attacco, senza dimenticare la difesa.

Ha grande entusiasmo, e i suoi ragazzi sono con lui al 100%. E Varese ha con sé il suo entusiasmo.

Voto: 8

Milano: Scariolo ha vinto tutto, in Italia e in Spagna, e soprattutto con la Spagna. Le sue doti da allenatore non si discutono. Tuttavia l’allenatore, e in particolare un allenatore come lui, ha inevitabilmente un peso fondamentale nella gestione del mercato estivo, e quello milanese è stato un fallimento colossale. La squadra non funziona, e le colpe sono principalmente dell’allenatore. Adesso è un po’ in ripresa, da qualche giornata. Sarebbe un 9, ma quanto fatto fin qui, in questa stagione, non può non influenzare negativamente il voto finale.

Voto: 7

LA SFIDA NELLA SFIDA:

MIKE GREEN [14.1 punti, 4.5 rimbalzi, 5.8 assist in 31.6 minuti]

MARQUES GREEN [9 punti, 5.5 assist in 26.5 minuti]

Banks e Langford si sfideranno a suon di canestri, Dunston sfiderà il pacchetto lunghi milanese, interessante il duello tra  Melli e Polonara che dovranno farci intuire chi potrà essere il “4” della nazionale del futuro, ma la vera sfida è tra i due Green, playmaker da cui dipendono le fortune delle rispettive squadre, chi illuminerà di più i compagni avrà vinto sfida e, probabilmente, partita.

PRONOSTICI:

Sulla carta, a inizio campionato, non ci sarebbe dovuta essere storia tra Milano e Varese, con la prima netta favorita. Ma, come chi scrive è solito ripetere, la chimica è un’ altra cosa!

E allora Varese, specialmente se Ere e Banks saranno pienamente recuperati, non può non essere favorita, dopo la splendida stagione fin qui condotta. Certamente Milano era l’avversario peggiore che potesse incontrare, perché non è una vera numero “8” del tabellone, è una mina vagante, potenzialmente squadra di vertice assoluto, e in più si tratta del derby d’Italia, più di trenta scudetti in campo, una vera e propria guerra sul parquet.

Il giorno in cui Scariolo troverà le chiavi per accendere la propria squadra, allora saranno problemi per tutti. Adesso Milano è sì in ripresa, ma ancora manca qualcosa. E nel frattempo Varese vola.

 PERCENTUALI:

Varese –> 60 %

Milano –>40 %