IL PUNTO SUGLI ITALIANI DELLA NBA:
Annunciata la “reserve list” dell’ all star game NBA, fuori il Gallo, gli sono stati preferiti in tanti, addirittura non risulta nemmeno un escluso eccellente. Ricordo a tutti che le riserve all star non sono scelte con il voto del pubblico come accade per gli starting five di est ed ovest, ma sono i coach delle squadre nba a votarli. Uno degli esclusi eccellenti risulta essere Stephen Curry, cui e’ stato preferito il compagno di squadra David Lee, considerando anche che gli esterni nella Western Conference abbondavano. Gallo secondo la critica era addirittura dietro al compagno di squadra Kenneth Faried, nel caso in cui i tecnici NBA avessero deciso di portare un giocatore dei Nuggets, franchigia con il record più che positivo, ma il cui roster e’ molto bilanciato; non c’e’ una vera e propria superstar anzi e’ proprio Danilo a guidare la squadra in punti con i suoi 16,5. I tecnici Nba un pò lenti a mio parere nel capire l’importanza di un giocatore europeo come Danilo che non gioca per le statistiche ma per la squadra e nel suo essere un 3 atipico e’ un giocatore molto completo e chiave per Denver e lo sarebbe per molte altre squadre da playoffs. Danilo gioca tanti minuti, sempre di grande qualità, a volte sparisce dal referto, ma in fondo il resto della squadra e’ composto per la maggioranza da atleti di ottimo livello (Lawson, Igoudala, il ritrovato Chandler, Brewer, il detto Faried e Javale Mc Gee sono tra questi) che a volte segnano break micidiali in contropiede, ma quando la partita e’ equilibrata e l’attacco di Denver si scontra contro difese schierate, e’ li che nel 90% dei casi la palla passa tra le mani di Danilo. Ritengo quindi ingiusta non solo l’ esclusione ma soprattutto la noncuranza con cui si e’ bypassata la selezione di Danilo e vedere al suo posto dei giocatori solidi ma non eccezzionali vedi Lamarcus Aldridge di Portland (oro che luccica per I cultori delle statistiche con I suoi 18 e 8 di media a partita).
Certo ormai il Gallo è entrato nell’elitè Nba, questo è innegabile, è il top scorer di un team che naviga attorno al 60% di vittorie, l’eventuale preferenza per Faried era probabilmente determinata dall’atleticismo del giocatore che, con le sue “amazing slam dunks” avrebbe entusiasmato il pubblico del Toyota Center di Houston!!
Ma nel concreto il Gallo ha già acquisito lo status di star Nba, non è entrato nei primi 24, ma oggettivamente non lo si può più tenere fuori dai primi 40-50 giocatori della Lega, i riconoscimenti arriveranno, magari nel momento in cui farà l’ultimo step, cioè capire che i Nuggets vanno dove lui li porta.
Belinelli incredibile. Anche perche’ gioca finalmente in una squadra playoff, oltre ad essere una squadra storica e da prime time per importanza mediatica (i bulls sono spesso in diretta nazionale qui negli States, anche per il bacino di fans che ha una città come Chicago da sommare al blasone della franchigia che ha fatto sognare appassionati da tutto il mondo negli anni 90 con MJ, Pippen e Kukoc). Beli, nel periodo dell’ infortunio di Hamilton ha preso il suo posto segnando 15 punti a partita in una decina di partite. Ora contestualizziamo questi 15 punti; parliamo di una Eastern Conference, Central Division, con partite combattutissime, grande importanza alla difesa e punteggi bassi, Beli si e’ spesso trovato leading scorer della sua squadra con nemmeno 20 punti; e poi non siamo più ad inizio millennio quando le squadre piu importanti avevano una superstar da 35 a partita, vedi i vari Mc Grady e Iverson, ormai a parte Kobe che prendi i suoi soliti 40 tiri, il solito Melo , Lebron of course, c’è solo Kevin Durant a farne 30 a partita con non più di 18 tiri, solo perche’ il play meno play della lega, al secolo Russell Westbrook, riesce a prendersi piu tiri del mio personale MVP e SCORING ANIMAL per eccellenza, che segna quando e come vuole. Ormai l’Nba sta cambiando, è in costante evoluzione, il gioco diventa quasi piu europeo, anche per la grande presenza di giocatore internazionali in ruoli chiave di squadre importanti, la difesa ha acquistato molta più rilevanza. Dicevo del Beli, e’ riuscito a farsi trovare presente quando contava, ha segnato tre, dico tre, CLUTCH SHOT, ovvero i tiri decisivi che fanno vincere la propria squadra, continua a sorprendere anche adesso che e’ tornado Rip Hamilton, e lui ha ripreso a partire dalla panchina (ad esempio contro i Lakers, ha giocato i momenti decisivi nel quarto quarto segnando 8 punti nel finale per dare la vittoria ai suoi), si fa trovare sempre pronto, palla a terra per pick’n roll alti o penetrazioni, tagli backdoor o triple sugli scarichi uscendo dai blocchi (il suo marchio di fabbrica). Marco Belinelli, da San Giovanni in Persiceto, non sarà mai una superstar Nba, non ha il potenziale del Gallo e del Mago, ma ormai è un role player Nba, sa quello che deve fare e lo fa bene, e con Derrick Rose avrà ancora più pane per i suoi denti quando le difese collasseranno sulle penetrazioni di Rose e lui banchetterà dietro la linea da tre punti.
Quello che sorprende e’ che coach Thibodeau e’ riuscito anche a farlo difendere, sono proprio ansioso di vederlo ai playoff. Complimenti al Beli. Ha vinto la sua scommessa.
Bargnani e’ ancora infortunato, quello che e’ successo durante il suo periodo di assenza dal parquet e’ che i Raptors hanno cominciato a giocare a pallacanestro e, soprattuto, a vincere. Non che ne abbiano vinte 200, ma sicuramente qualcuna in più che con il Mago in campo. La mia spiegazione e’ che Toronto e’ una squadra scarsa in talento tecnico e molto muscolare. Il tipo di gioco espresso da bargnani e’ piu che altro in isolamento alto contro il centro avversario, in alcuni periodi ne ha anche fatti 25, in altri 15, sempre con una cattiveria agonistica che rasenta lo zero assoluto; esattamente come i rimbalzi che prende in campo (solo 4,3 in 35 minuti). I suoi isolamenti tolgono ritmo alla sua squadra di atleti, che ora con Ed Davis al suo posto e con la discreta guida di Josè Calderon, riesce a togliersi qualche soddisfazione, non molte però. Si vociferava di una trade con i Lakers per Gasol (lui più calderon). La trade magari riscveglierebbe il Mago, che sa e può correre, e soprattutto gioca fuori dalla linea da tra punti, prenderebbe gli scarichi e non avrebbe l’incubo dei rimbalzi, stante la presenza di Superman Dwight Howard. In più Calderon è una garanzia per dare fiato a Steve Nash… magari a Kobe piacerebbe parlare di nuovo un pò di italiano, gli farebbe anche bene, voi che ne pensate?