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Esiste veramente, ora come ora l’isola che non c’è del basket è la Sardegna e l’unico motivo è la grande stagione che sta disputando la Dinamo Sassari, al momento seconda in campionato con 13 vittorie e solamente 3 sconfitte.

Inzialmente sembrava si dovesse parlare quasi di un miracolo, adesso nell’ambiente cestistico, finalmente, la Dinamo è vista come una vera realtà di questo campionato, destinata a dire la sua in ogni frangente da qui alla fine della stagione.

Ma è corretto parlare di miracolo per ciò che sta avvenendo sotto la guida di coach Meo Sacchetti??

Un miracolo sportivo è qualcosa che avviene per caso, inimmaginabile, contro ogni pronostico, una combinazione di circostanze, anche indotte ma perlopiù frutto del caso, che portano ad un evento imprevedibile.

Probabilmente è un sostantivo che mal si adatta alla stagione sin qui disputata dai sardi che stanno sì producendo qualcosa in più delle aspettative iniziali ma che, a ben vedere, sono tuttalpiù tre, o massimo quattro, vittorie sopra i pronostici, nulla di più. In pratica sottrai le vittorie memorabili con Siena, Cantù e Milano, che in linea teorica avrebbero dovuto uccidere il campionato, e rientri nei pronostici iniziali.

Questa Sassari non è frutto del caso, questa squadra è ben costruita, è frutto di un progetto, nasce da una idea di pallacanestro che dovrebbe essere di ispirazione per tutti.

Si parte da coach Meo Sacchetti, un campione da giocatore, oro europeo e argento olimpico con la nazionale italiana negli anni ottanta, e adesso allenatore che capisce i suoi giocatori, li guida sia sotto l’aspetto tecnico che sotto il profilo umano, capace di plasmare la squadra secondo i suoi principi fondamentali, giocare a ritmi altissimi, mettendo l’anima in campo, mantenendo però il piacere di divertirsi insieme.

Nel suo lavoro, ormai da anni, prima a Capo d’Orlando e adesso a Sassari, è presente anche Ugo Ducarello, che si occupa della pianificazione degli allenamenti e dell’analisi delle varie partite da disputarsi, prestando attenzione, in particolare, alle caratteristiche individuali e al sistema difensivo ed offensivo della squadra da affrontare.

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Il coach è unico anche in questo, per il ruolo importante che sa attribuire ai suoi collaboratori, con i quali si confronta spesso. Tra di questi vi è anche Paolo Citrini, che prepara gli scouting report e fa un grande lavoro sui video, per aggiornare i giocatori sulle caratteristiche degli avversari. 

Con queste premesse, è nato un progetto, come detto frutto di un idea di pallacanestro che, negli States, sostengono vendere il biglietto ma non vincere le finali (vedere ciò che si diceva dei Phoenix Suns di Mike D’Antoni), pallacanestro che fin quì sta illuminando il campionato, con un sistema di gioco rapido e veloce, con la possibilità, per tutti, di prendere un tiro, anche dopo pochi secondi, se si ha spazio, pick’n roll, i cugini Diener a illuminare, Thornton a dare esperienza, Easly a concludere in bellezza, e Ignierski e Vanuzzo ad aprirsi per chiudere i pick’n pop con triple siderali.

Il tutto con una difesa che è cresciuta in modo esponenziale nell’ultimo periodo, ben strutturata dallo staff tecnico, con i lunghi che non pensano solo a proteggere l’area ma escono forte sui piccoli e li portano fuori in caso di pick’n roll, rotazioni veloci e una buona organizzazione, capace di proteggere Travis Diener per consentirgli di dare il massimo sull’altro lato del campo, dove è la fonte di gioco designata.

Ma chi sono gli artefici della grande stagione della Dinamo Sassari?

Passandoli in rassegna uno ad uno, non si può non partire da Travis Diener, campione statunitense in attesa di passaporto italiano, una final four Ncaa con Marquette University, in campo con Dwyane Wade e Steve Novak, poi varie stagioni in Nba con Indiana Pacers e Portland Trail Blazers, un playmaker vero, uno di quelli che accendono il motore di una squadra, uno che viaggia a quasi 16.5 punti e 8 assist di media in 33 minuti di impiego.

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Per farvi capire chi è Travis Diener, vi racconterò un aneddoto. La partita è Roma – Sassari, secondo quarto, guardavo la partita da dietro il canestro dove Sassari attaccava, transizione offensiva, AlaDiener in posizione di playmaker, qualcuno, non ricordo chi, smarcato in angolo alla sua sinistra, lui guarda a sinistra, la difesa flotta verso l’angolo, e Travis, continuando a guardare a sinistra, dà un pallone a Ignierski che tagliava da destra, con la difesa tutta spostata dall’altra parte. Assist e schiacciata.

Ragazzi, io me la cavavo, giocavo pure playmaker, in quel momento ero in tribuna, dietro il canestro, a guardare la partita con estrema attenzione, e pure io stavo guardando in quell’angolo, e quando la palla è andata dall’altra parte non ci potevo credere. E con me tutti quelli che stavano in quella tribuna. Un no-look che ha ingannato 800 persone. Roba di un altro pianeta. Un fenomeno.

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Accanto a lui, in guardia, suo cugino Drake Diener, mai visti due così forti e così umili, pronti a dare tutto per la propria maglia. Drake è una vecchia conoscenza di coach Meo Sacchetti, che lo ha avuto prima a Castelletto Ticino e Capo d’Orlando, e adesso a Sassari

Sta producendo 16 punti, 4.5 rimbalzi e 3 assist di media, è il realizzatore della squadra, triple impossibili, infallibile dalla lunetta anche nei momenti cruciali, gioca back door, segna in penetrazione, anche in secondo tempo di tabella, all’ occorrenza porta palla. Fondamentale.

In ala piccola, nello starting five, c’è Bootsy Thornton, che è la vera scommessa che la Dinamo Sassari ha vinto quest’estate, quando lo ha portato in Sardegna.

Gli scettici, infatti, pensavano che con una coppia di guardie come quella formata dai cugini Diener, nello spot di “3” fosse necessario un super atleta, come poteva essere Quinton Hosley, o ancor prima James White, per compensare il livello di fisicità ed atletismo nel settore esterni, composto principalmente  dai Diener che sono sì fenomeni, sotto il profilo tecnico, tattico ed anche della leadership, ma sono atleti nell’ordinario.

E invece il vecchio Bootsy, giocatore di grande esperienza e di intelligenza cestistica fuori dal comune si è integrato alla perfezione portando difesa, punti, gioco spalle a canestro e tiro da tre punti. Chimica perfetta.

I lunghi titolari sono Michael Ignierski e Tony Easley, due che sembrano perfetti per giocare assieme, il primo più tecnico, alto 2.10 m, grande tiro da tre punti, esperienza ad alto livello europeo ed anche nella nazionale polacca, e il secondo 2.05 m, atleta formidabile, elevazione ai limiti delle possibilità umane.

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Una front line tra le migliori della Lega, perfetti come alternative nei giochi a due con i piccoli.

Ignierski, infatti, blocca e si apre per tirare dalla lunga distanza, Easley invece taglia forte per ricevere e concludere in schiacciata. Insieme producono 26 punti e 12 rimbalzi di media.

Infine la panchina, spesso accusata di rendere meno del dovuto, ma che da poco ha smentito tutti con una prestazione strepitosa contro la Montepaschi Siena.

RessIl sesto uomo è capitan Vanuzzo, 38 anni, anima della squadra, a Sassari da una vita, ha più volte dichiarato che, quando smetterà, rimarrà comunque in città, uomo che spacca le partite con le sue triple, ago della bilancia in difesa, leader dello spogliatoio.

Gli altri sono Giacomo De Vecchi, ala-guardia, cugino del Gallo, specialista difensivo sugli esterni, capace di realizzare triple importanti all’occorrenza, Dane Diliegro, pivot di scorta, buon fisico, attualmente in crescendo, Mauro Pinton, che ha il difficile compito di non far rimpiangere troppo Travis Diener, quando questi deve tirare il fiato, e Brian Sacchetti, figlio del coach, qui non per vincolo di sangue ma perchè è un combattente, capace di giocare in entrambi i ruoli di ala, buon tiro da tre, discreto rimbalzista.

Gente, questa è Sassari, squadra unita, che si diverte a giocare a basket, il più bel basket da tanti anni a questa parte, e che soprattutto diverte il pubblico, tifosi e avversari inclusi. E se questa pallacanestro serve a vendere i biglietti ma non a vincere le finali, come dicono gli americani, poco importa, Sassari ha comunque già stupito tutti!