Ci siamo emozionati per il draft di Andrea Bargnani, quando finalmente anche l’Italia tornava ad avere un giocatore nella Nba, abbiamo gioito quanto il Mago infranse il record di 18 punti firmato nel 1996 da Vincenzino Esposito, qualificandosi come il primo italiano a poter giocare un ruolo determinante nella Lega più bella del mondo. Dopo di lui abbiamo apprezzato Marco Belinelli e Danilo Gallinari, tifando fermamente sia per il primo, alla conquista di un sogno nonostante le difficoltà atletiche contro le guardie afroamericane, che per il secondo, attualmente infortunato, comunque quello più mediatico e forse di maggior talento, a detta di tutti destinato a diventare tra i migliori europei, se non addirittura il numero 1, con serie possibilità di giungere all’All Star Game.

In estate abbiamo ammirato il grande Gigi Datome in nazionale, dopo una stagione italiana da mvp, poi approdare finalmente ai Pistons, nella Nba, dove sta faticando ma siamo sicuri che riuscirà a far bene. Ha bisogno di tempo per farsi apprezzare, e soprattutto dovrà farsi trovare pronto quando sarà chiamato, in una stagione Nba c’è sempre il momento buono per dire la propria, l’occasione giusta per farsi notare, non in garbage time ovviamente, ma magari in momenti importanti, a causa di qualche assenza o defezione dei protagonisti principali.

Ciò posto, viene da chiedersi quali siano i maggiori indiziati per andare negli U.S.A. ad incrementare il numero degli Italian Nba guys. Non parliamo ancora dei vari Matteo ImbròAmedeo Tessitori ed Amedeo Della Valle, classe 1994 i primi due e 1993 Della Valle, ancora troppo giovani, sebbene capaci di conquistare minuti in serie a e in Ncaa. Il secondo, oltretutto, è un pivot decisamente “undersized” per la Nba, anche se dotato di grande tecnica, per il salto oltreoceano dovrebbe necessariamente inserire il tiro dalla lunga nel proprio repertorio e, probabilmente, imparare a svariare nel ruolo di “4”, ancora troppo presto per parlarne. Imbrò, invece, è un playmaker con grande fisico e skills di altissimo livello, ha partecipato al Jordan classic, ha tiro dalla lunga, visione di gioco, deve crescere in atletismo, mobilità di gambe, difesa e gestione del pick’n roll, ma ha le carte in regole per far bene e, tra qualche anno, tentare il salto, se continuerà ad allenarsi e migliorare. Di Della Valle invece si sa ancora troppo poco, dopo tanta panchina da freshman a Ohio State, anche se in estate con gli under20 ha vinto l’oro praticamente da solo nel finale, con canestri assurdi, un buon biglietto di presentazione.

Non parliamo neanche di Pietro Aradori, autore di una stagione sin qui fantastica, con un pronosticabile futuro ad alto livello di Eurolega magari, però non sembra avere il fisico nè l’altezza per tentare l’avventura Nba, non con il ruolo che uno del suo calibro pretenderebbe di avere quantomeno. Detto questo, tutto è possibile, noi di sicuro ce lo auguriamo.

Analizziamo adesso quali sono i giocatori che hanno qualche probabilità di approdare negli Usa la prossima stagione o nelle prossime stagioni. I voti sono messi in ottica Nba ovviamente!

 

DANIEL HACKETT

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Basketinside – D.Billi ph

Up to you” si dice negli States, vuol dire “sta a te la scelta”. Questo inciso ben si addice a Danny boy, che nel suo primo anno senese si è laureato campione d’italia da mvp, nonchè elemento fondamentale in Eurolega e numero 1 anche in coppa Italia. E’ stato sempre decisivo nei momenti finali e  conclusivi, anche in Europa, e nei playoff si è scoperto grandissimo realizzatore oltre che, in certi momenti, tiratore di striscia, per non parlare della leadership assoluta della propria squadra. Quest’anno si è confermato ad altissimo livello, con 14.3 punti, 5.6 assist e 5.2 rimbalzi, una combo-guard e all around per eccellenza.

Anche in ottica Nba, Daniel, sotto il punto di vista atletico ha davvero tutto, è un playmaker di 200 cm, anzi 199, per esser precisi. E’ atletico e potente, grandissimo difensore sia di 1vs1 che di squadra, dotato di buon I.Q. cestistico e di discreta visione di gioco. Ha definitivamente risolto il dilemma circa la sua riconducibilità al ruolo di guardia, ormai è stabilmente un playmaker, capace però di difendere in tre ruoli e, all’occorrenza, svariare anche offensivamente nelle tre posizioni di esterno. In Nba i ruoli sarebbero solo due, difficilmente potrebbe interpretare con successo il ruolo di small forward. Per il salto oltreoceano gli manca però il tiro, ancora non affidabile anche se decisamente migliorato rispetto agli esordi italiani (quest’anno il 44% da tre punti). Dovrebbe lavorare sulla gestione delle scelte offensive e sulla capacità di servire l’assist dal pick’n roll, dopo aver spezzato le difese. In questo, probabilmente, una stagione di Eurolega ad alto livello non può che fargli bene. Si parla di un trasferimento al Galatasary nella seconda parte di stagione, per sbrigare da subito la pratica e tentare il prossimo anno la carta USA. Gli States in fondo non sono poi così lontani.

Potenza: 8

Fisico: 8.5

Altezza: 9

Atletismo: 8

Tecnica: 7.5

Tiro: 7

Nba Ready: 8

 

ALESSANDRO GENTILE

Basketinside – Claudio DeGasperi ph

Ancora ne ha di strada il figlio di Nando da fare per poter pensare alla Nba, per ora è soltanto un ipotetico prospetto (in ottica Nba), non una realtà. La sensazione purtroppo è che lui sia un nuovo Mario Boni, ovvero un giocatore che deve avere la palla in mano per essere incisivo, la prima opzione offensiva della propria squadra. A Milano, ad oggi produce 8 punti, 3.1 assist e 3.4 rimbalzi, il problema è che costruisce l’assist e il canestro giocando sempre in 1vs1 e ancora non ha imparato ad essere parte di un sistema, e di certo la compagine milanese non aiuta.

In sostanza, se non incrementa la sua capacità di esser parte di un gioco di squadra, possiamo dire che più migliorerà, più in alto arriverà, sempre da opzione principale però, difficilmente si riciclerà in uno dei tanti pur di militare in un team di livello superiore. Questo in ottica Nba è un limite, perché difficilmente si può immaginare un Gentile prima opzione offensiva in una franchigia Nba. D’altro canto, il ragazzo ha decisamente carattere e il talento non gli manca, l’ipotesi che migliori al punto da diventare un giocatore decisivo anche ai vertici di Eurolega non è così lontana dalla realtà, in fondo ha appena 20 anni e si è già preso più volte in mano l’attacco dell’Olimpia Milano. Il tiro c’è, anche la visione di gioco e la capacità di servire l’assist, anche dal pick’n roll. Le sue debolezze, come detto, sono soltanto fisiche, non quanto a potenza, dove è davvero devastante, piuttosto per il suo atletismo. In Nba non avrebbe il fisico da “3”, anche se potrebbe provare a interpretare il ruolo, viceversa, come guardia, gli avversari si “prenderebbero gioco” di lui, incapace di limitarli difensivamente, a causa della scarsa rapidità di piedi e mobilità laterale. Su questi punti può lavorare e quindi migliorare, ma l’atletismo non si compra, le fibre muscolari o ce le hai oppure faticherai sempre contro avversari più dotati.

Deve quindi lavorare tanto, soprattutto sotto il punto di vista atletico e, come detto, magari anche tecnicamente e tatticamente, incrementando ulteriormente le proprie potenzialità, già di livello assoluto. Tra qualche anno, se proseguirà nella sua crescita costante, potrebbe avere spazio anche in Nba e, magari, in una situazione a lui favorevole, con accanto altri due esterni che ne compensino i parziali limiti di esplosività, potrebbe anche dire la sua. Ma deve adattarsi al tipo di ruolo. Al momento nbadraft lo posiziona al numero 44 del draft 2014, una seconda scelta insomma. Probabile venga selezionato per poi monitorarne i progressi. Ancora ci vuole del tempo.

Potenza: 8.5

Fisico: 8

Altezza: 8 (come guardia); 5 (come ala piccola)

Atletismo: 5

Tecnica: 7.5

Tiro: 7.5

Nba Ready: 5

 

NICOLO’ MELLI

Basketinside – Francesco Giacchini

Qualche anno fa, del golden boy reggiano si parlava insistentemente, anche in ottica Nba, poiché si vedeva in lui un 2.05 m con doti tecniche tali da poter tentare il salto dal ruolo di “4” a quello di”3”. Adesso la trasformazione appare decisamente difficile, anche se Melli ha buon tiro e discreta capacità di palleggio. Non ha però le doti per contenere i “3” avversari, forse difensivamente potrebbe provarci in Europa, sicuramente non in Nba. Come ala forte, invece, è un “undersized” per gli U.S.A., con uno stile di gioco alla Jack Galanda, stimmate da leader difensivo e tiro dalla lunga distanza a far male agli avversari, tuttavia Galanda era anche un 210 cm, anche se con meno mobilità.

Ad oggi produce 7.3 punti e 5.8 rimbalzi, non male. Nella vita non si può mai dire, però Melli sembra destinato alla carriera europea, magari una grande carriera a livello di Eurolega, ma non oltreoceano. Se dovesse fare un salto di qualità di assoluto rilievo, allora se ne riparlerà tra qualche anno.

Potenza: 6

Fisico: 6.5

Altezza: 5.5

Atletismo: 7

Tecnica:8

Tiro: 7.5

Nba Ready: N.V.

 

ACHILLE POLONARA

Basketinside – S-Gariboldi ph

Stessi problemi di Melli, sotto dimensionato per fare l’ala forte in Nba. Ha però dalla sua una grandissima esplosività, che di sicuro può aiutare. Ha però meno tiro, anche se realizza con costanza dalla lunga distanza, se con i piedi per terra, ha anche meno tecnica forse, ma maggiore aggressività, velocità, capacità di anticipare difensivamente e correre in contropiede. Meno completo di Melli, deve costruirsi un bagaglio tecnico, magari inserire l’arresto e tiro, una migliore proprietà di palleggio. Ha la fortuna di avere l’atletismo, quello non si può insegnare. Anche per lui si potrebbe pensare più ad una carriera europea, tuttavia può migliorare ancora ed anche tanto, al momento 12.7 punti, 5 rimbalzi e 2 assist, non male. Tra qualche anno si vedrà dove sarà arrivato e si capirà se potrà tentare il salto. Ad oggi è molto presto.

Potenza: 5

Fisico: 7

Altezza: 6

Atletismo: 8

Tecnica: 6.5

Tiro: 5

Nba Ready: N.V.

Andrea Di Vita