I New York Knicks non vinceranno mai il titolo per quest’anno, questo è chiaro. Ma non saranno neanche dei seri contenders, anche questo sembra chiaro, e non solo per la pessima figura rimediata al MSG ad opera degli Spurs, perché, a differenza loro, gli Spurs sono dei seri contenders per il titolo ed è come se giocassero in un’altra lega rispetto alla squadra di New York e non solo.

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Dove vince New York 

A New York si vince sempre con il marketing e gli incassi dal merchandising. Il loro target, che chiaramente si evince negli innumerevoli spot NBA che i Knicks quasi monopolizzano, è creare big expectations, per una piazza che ha bisogno di essere continuamente stimolata. Quindi ciò che importa per loro è assemblare grandi nomi e far passare giocatori mediocri come degli undervalued. Il Problema non è certo Bargnani. Lui è una guardia tiratrice di 213 cm che in difesa deve marcare un lungo. Il problema è di natura assolutamente strutturale, ovvero come questa squadra è stata assemblata durante l’estate. Melo è un 4, Bargnani da 5 offensivamente è utilissimo perché apre la difesa con i suoi pick and pop e risucchia via il centro avversario su zone del campo per questo assolutamente ostili, costringendolo a difendere sugli scarichi dai 4 ai 7 metri per Bargs, o sull’1vs1 alle stesse distanze.

Il problema in questo sistema diventa la collocazione fisica in attacco di Tyson Chandler, perché non è una minaccia ed il suo stazionare attorno al ferro toglie spazio alle corsie di penetrazione ed annulla la pressione che Bargnani mette sulla difesa. Con un front court di tale spessore, l’atteggiamento del back court dovrebbe essere chiaro: tanti passaggi, penetra e scarica e 0 tiri. Perché Melo se ne prende comunque 30 e Bargnani ne avrebbe altri 30 puliti. Quindi pensare che Felton e anche lo stesso JR Smith possano prendere 15 tiri a testa in una squadra del genere è assurdo perché con Melo e Bargs in campo sicuramente ci sarebbe un tiro migliore. A questo punto però non avrebbe senso tenere un giocatore come JR Smith in squadra, vista la sua vocazione ad essere esclusivamente un’arma offensiva in chiave realizzativa.

La Difesa. Se offensivamente i Knicks sono un rebus (per non dire un casino), difensivamente lo sono ancora di più. Anche qui il problema non è Bargnani, che potrebbe a parer mio giocare anche da 5.

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Questo perché , con il corretto mindset è un discreto difensore di post up sul centro avversario riuscendolo ad annullare. Anche nella partita di ieri contro gli Spurs ha difeso onestamente su Tim Duncan, che è uno dei migliori centri in circolazione, se non il migliore. Toccherebbe a questo punto al resto della squadra fare la propria parte, ovvero difendere e tagliare fuori a rimbalzo, cose che latitano nell’atteggiamento e nella cultura dei Knicks. Con questo tipo di giocatori le guardie di una squadra costruita in questo modo dovrebbero essere a forte vocazione difensiva, capaci di contenere le penetrazioni degli esterni avversari ed andare a rimbalzo con facilità, esattamente l’opposto di Felton e Smith, molto più verosimilmente Shumpert e Prigioni.

I Rimbalzi di Bargs. Andrea si è creato una brutta fama in una pessima squadra (Toronto), ma purtroppo un po’ è anche colpa sua. Da qui a chiedergli di strappare 10 rimbalzi come dovrebbe fare mediamente un centro passiamo all’utopia. Perché Bargnani è un centro atipico, allarga il gioco in attacco sfrutando il pick & pop con il suo range di tiro sugli scarico e il ball handling assolutamente illegale per un 2,13 m; cosa utile anche al resto della squadra perché stana il centro avversario portandolo in zone difensive assolutamente inesplorate per i centri anche a questo livello. Proprio per il suo gravitare lontano dal ferro avversario ad Andrea non si può chiedere neanche un rimbalzo offensivo. La difesa è un altro discorso, ma ripeto anche qui Andrea sarebbe un difensore di post up sul centro avversario sottovalutato, perché comunque è lungo forte dei suoi 213 cm ed è mobile. Chiedergli di difendere anche sugli aiuti, considerato quanto da in attacco lo porrebbe immediatamente in un discorso di MVP-caliber. Quindi d’accordo con le big expectations, ma senza esagerare quando si parla di New York.

Mauro Max Lobby