Andrea Bargnani finalmente è felice, ha trovato un posto da dove ripartire, in preseason giá si è fatto valere e per lui sono arrivate belle parole anche da coach Casey, suo ex allenatore ai Toronto Raptors: “I tifosi possono gridargli BUU per tutto il tempo che vogliono, ma la verità è che Andrea ha dato sette grandi anni all’organizzazione di Toronto, ma i fans sono i fans, non possiamo farci niente. E’ vero però che non abbiamo ottenuto da lui quello che ci aspettavamo, volevamo che fosse il nostro Dirk Nowitzki. Ho pensato anche io che necessitasse di un nuovo inizio per se stesso.”

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Insomma, la conferma che sul Mago c’erano grandissime aspettative e che, quanto a talento, parliamo di una delle migliori power forwards della lega, senza esagerare forse anche la migliore quanto a tecnica offensiva. Ma andiamo per gradi ed analizziamo il profilo Nba.

IL PASSATO – Secondo noi Bargnani in questa stagione ha toccato il fondo del barile, sicuramente per ciò che attiene alla propria immagine pubblica, ovviamente in riferimento all’ambito di mero stampo cestistico. Compagni, società, dirigenza, tifosi, città, tutti sembravano aver voltato le spalle al Mago. Nonostante le medie polari di Toronto, questa appena trascorsa è stata indubbiamente la stagione più “calda” per Andrea, un vero inferno. Solo 35 le partite disputate dal romano in regular season, di cui solo 25 partendo dallo starting five. Una stagione maledetta segnata da continui infortuni. Il primo problema fisico di una certa entità nel match con Portland, quando la prima scelta al Draft del 2006 è stata costretta a lasciare anzitempo la gara per un infortunio al gomito e al polso destro. Un paio di mesi di calvario, e dopo solo 14 partite in campo è arrivato il secondo infortunio, di nuovo un al gomito, queste volta una distorsione. Fortunatamente stagione finita e con essa il conseguente e relativo calvario.

IL PUNTO PIU’ BASSO – Il ridicolo, però, si è sfiorato lo scorso 1° aprile, quando un sito affiliato alla ESPN ha pubblicato un articolo trattante un rinnovo triennale del Mago con Toronto. L’autore dell”articolo, Blake Murphy, presentava la notizia come un “modo terribile di iniziare la giornata“; in molti hanno creduto nella news ed i tifosi, infuriati, si sono sfogati sui social network, prima di scoprire che si trattava semplicemente di un pesce d’aprile.

IL PENSIERO AMERICANO – Bargnani ha pagato e sempre pagherà il fatto di esser stato una prima scelta assoluta. Nella mentalità americana, giusta o sbagliata che sia, una prima scelta deve essere un giocatore appariscente, un one man show. Devastante tanto fisicamente quanto tecnicamente ed in grado di esaltare le folle. La realtà è ben diversa. Fosse stato scelto al numero 5, il Mago sarebbe giá considerato un buon giocatore, magari anche la punta di diamente offensiva di un supporting cast da titolo. Invece ad oggi risaltano più i limiti che i pregi, un pò quello accaduto a Keith Van Horn, giocatore discreto ma sempre oggetto di pesanti critiche per tutta la durata della sua carriera Nba, comunque nel complesso positiva.

LA REALTA’ – Tecnicamente, come giá detto in premessa, infatti, Bargnani è inattaccabile. Giocatore moderno più unico che raro, un “4” con delle skills quasi da esterno, proprietà di palleggio e tiro veramente notevoli per un 2,13 come lui. Bargnani può ricoprire due ruoli, centro ed ala grande, ad inizio carriera anche ala piccola, seppure con qualche difficoltà difensiva. Insomma, uno buono, uno che, nel contesto giusto, quale speriamo sia quello di New York, e le premesse sono buone, specialmente l’intesa con Carmelo Anthony, potrebbe risultare devastante sugli scarichi e potrebbe mettere assieme anche 16-17 punti e 5 rimbalzi in una squadra da titolo. Ci speriamo un pò tutti, a dir la verità. Vedremo.
Ciò posto, parliamo di un giocatore che ha segnato anche 21 punti di media in stagione, gli europei che sono stati in grado di farlo si contano sulle dita di una mano. Andrea Bargnani, quindi, è forte, ad inizio carriera si sperava e pensava potesse essere un All Star, un top player, in parte si è avvicinato a raggiungere tale status gli anni scorsi, per altro verso si è fermato sul più bello, stroncato dalle sue lacune in parte tecniche ed in parte caratteriali. detto questo, il Mago resta un grandissimo giocatore, a parte la deludente stagione vissuta, falcidiata da infortuni ed altri problemi.

LE LACUNE – Indubbiamente, l’azzurro in questi anni ha dimostrato di avere diverse lacune da colmare, ma a parte ciò resta comunque un ottimo giocatore. Il suo apporto offensivo, infatti, rimane notevole, in quanto è uno dei pochi lunghi che sanno rendersi pericolosi quasi da qualunque posizione, al tiro dalla lunga distanza, in penetrazione, dal palleggio, in post basso, anche spalle a canestro per certi versi. D’altro canto, Bargnani vanta numerose difficoltà per determinati aspetti che per un lungo contano di più, e che poi sono quelli che fanno la differenza nell’ottica di un coach Nba. Può un giocatore di 2.13m catturare solo 4 rimbalzi a partita (questa stagione la miseria di 3.7 di media), gli stessi di un play che non arriva neanche all’1.85 come Chris Paul? La risposta è chiaramente negativa. Se fino ad un paio di stagioni fa poteva essere auspicabile qualche miglioramento del Mago sotto questo punto di vista, ora cominciano a sorgere molte perplessità. Così come sono svariati i dubbi riguardo al suo apporto difensivo, al suo atteggiamento in campo a tratti svogliato e ad un salario molto elevato. Questi i motivi che ne hanno sancito la cessione ai Knicks.

Detto questo, dopo le prime partite di preseason, il Mago ha stupito tutti, da lui non ci si aspetta più di essere il nuovo Nowitzki, ovvero la superstar tuttofare, esempio in difesa e riferimento assoluto nell’attacco di una squadra da titolo, ma i Knicks lo hanno preso proprio perchè ne vedono un elemento ottimale per un sistema vincente, nel quale potrebbe rivestire un ruolo fondamentale anche da seconda opzione offensiva, come power forward dello starting five.

Ecco il pensiero di coach Woodson:“Mi piace tutto di lui! Questo è il motivo per cui lo abbiamo portato a New York, penso che sia un ragazzo con tanto talento e che sa giocare a pallacanestro. Dovrò complimentarmi con lui quando farà ottime cose ma non mi sottrarrò anche dal trattarlo male quando non giocherà come sa fare. Lui ed Anthony si trovano benissimo, le spaziature in campo sono perfette. Può fare molto male sia da lontano, che dalla media distanza, oltre ad essere potenzialmente pericoloso in area. Con noi penso che si troverà benissimo, rimarrà sorpreso dalla quantità di triple di alta qualità potrà prendersi giocando nel nostro sistema. E’ decisamente una tripla minaccia in termini di realizzazione. “

Insomma, decisamente per Bargnani si tratta di un sogno che si avvera.
Il futuro nella Grande Mela per lui sembra oltremodo favorevole, con accanto un giocatore che calamita le attenzioni difensive degli avversari, e che ha la leadership della squadra in mano, Anthony, in modo che il Mago possa passare in secondo piano e diventare devastante sugli scarichi.
In più, nella front line con lui ci sarebbe anche un centro difensivo e rimbalzista, per coprire le sopra citate lacune di Bargnani, libero così di dedicarsi a ciò che predilige. Oltretutto, con un centro come Chandler che fa il vuoto, è probabile che Bargnani possa aumentare il fatturato a rimbalzo sia difensivo che offensivo, sfruttando maggiore libertà. In più, il gioco dei Knicks è orientato tutto per avere due o tre tiratori sul perimetro, partendo da pick’n roll o isolamento in post per Anthony. Ebbene Bargnani potrebbe stare sia piazzato sulla linea da tre punti, sia in angolo che in ala, oppure potrebbe giocare il pick’n pop per aprirsi e punire gli avversari.

Tutto ciò in una franchigia che può contare su un eccellente supporting cast: Felton, Prigioni, Shumpert, Artest, J.R. Smith tra gli esterni, Martin e Stoudamire come lunghi.

Insomma, un buon inizio in questa preseason per prendere fiducia ed entrare nei meccanismi poi a poco a poco potrebbe inserire nel sistema tutto il resto del proprio repertorio offensivo, in post alto e post basso.

Per far ricredere gli americani, per dimostrare finalmente tutto il proprio talento, per provare a vincere!

Andrea Di Vita