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Un film davvero toccante, che descrive la storia di Don Haskins e dei suoi Texas Western Miners del 1966. Haskins, nella Hall of Fame dal 1997, è un allenatore che insegna pallacanestro a delle ragazzine in una high school. Un giorno gli viene proposto di allenare i Texas Western Miners, la squadra maschile del college di El Paso, Texas, una squadra davvero allo sbaraglio, sia a livello agonistico che economico, così coach Haskins decide di puntare sui talenti migliori che non approdavano nelle università più prestigiose, ovvero, nel 1966, i colored snobbati dagli atenei più vincenti (che mai oltrepassavano il numero di 2 o 3 giocatori di colore nel loro team).

La squadra verrà così formata da cinque ragazzi bianchi e sette afroamericani, che non saranno ben visti neanche dagli ex alunni e finanziatori del programma universitario, a causa dalla mentalità razzista di quegli anni. Nonostante tutti i problemi sociali che dovette affrontare, la squadra dei Texas Western Miners fece un’eccezionale regular season nel campionato 1965-66 con 23 vittorie e 1 sola sconfitta, centrando così l’ingresso al torneo finale del 1966 della Ncaa. In finale la squadra incontrò la University of Kentucky, i cosiddetti Wildcats, allenati da Adolph Rupp, coach egocentrico e pluri vincitore, e li batterono con il punteggio di 72–65.

Ecco il roster dei Miners 1966:

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 Insomma, un grandissimo film che racconta una storia fantastica, un momento che cambiò il corso della storia, l’ennesima dimostrazione che lo sport può superare ogni confine di diversità tracciato dalla stupidità umana, con i ragazzi che faranno gruppo tra di loro, vincendo le reciproche diffidenze, arrivando fino in fondo, per dare una lezione di vita e di sport agli interi Stati Uniti, nei quali, a quei tempi, vigevano razzismo e segregazione razziale.

Uno dei momenti più belli del film riguarda la sera prima della finale Ncaa, con il discorso del coach ai suoi ragazzi: “Guardatevi intorno, domani non possiamo vincere, non siete una squadra da titolo, siete stati fortunati finora ma domani la fortuna vi abbandonerà, per vincere a questi livelli dovreste avere cervello, qui dentro, da portare in campo, dovreste riuscire a pensare, ma questa squadra ha un eccessiva quantità della carnagione sbagliata; siete atleti certo, ma anche le scimmie lo sono, sapete correre, sapete saltare, magari anche segnare ogni tanto da fuori se allenati nel modo giusto, ma per giocarvela con una squadra vera, devo continuare o siete stufi di questa sfilza di assurdità? Io sono stufo, così stufo che stanotte ho preso una decisione che metterà un freno a tutto questo per sempre, Lattin, Flournoy, Artis, Cager, Worsley, Hill, Shed, cinque in quintetto, due cambi, quaranta minuti, sette giocatori, farò giocare soltanto i giocatori neri nella finale di domani, solo voi, Todd, Armstrong, Palacio, Myers, Bodwin, so quanto avete sudato per arrivare qui, l’ultima cosa che desidero è ferire un…” A quel punto, coach Don viene interrotto da Armstrong: “Coach, non posso mentire, io voglio giocare, tutti vogliamo giocare…. ma ora mi sento di dire solo una cosa: domani sera dovete entrare in campo e mostrare quanto cattivi sanno essere cinque fratelli sul parquet..ok.. e se non difendi come si deve, Flournoy, prendo a calci quelle chiappe nere che ti ritrovi”.

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