Marco Belinelli agli Spurs, un sogno che si avvera. Lo stallone italiano, come lo chiamano per la forte somiglianza con Rocky Balboa, si presenta in Texas, patria dei rodei, per dimostrare definitivamente di essere un vero purosangue Nba. Gli Spurs sono una squadra da titolo, ed è la prima volta che un italiano gioca in un team così forte e ambizioso.

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Gli Spurs praticamente hanno confermato l’ossatura del team capace di arrivare ad un passo dalla conquista dell’ultimo anello Nba. Adesso i big3 (Parker, Ginobili e Duncan) avranno tutti un anno di più, fattore non positivo, ma Popovich ha trovato il modo di superare gli acciacchi dell’ età, dosando i suoi campioni in regular season, facendo leva sul sistema di squadra, per poi averli al meglio nei playoff.

Se mantenessero il livello della scorsa stagione, sarebbe più che sufficiente per puntare al titolo. In più, ai tre sopra citati si aggiunge un Kawhi Leonard capace di viaggiare in doppia doppia di media alle Nba Finals, giovane e duro, sia fisicamente che mentalmente, l’arma perfetta per sfidare nuovamente LeBron. Lui è la linfa vitale giovane che deve dare ritmo e vitalità costantemente, consentendo così a Ginobili e Duncan di riservarsi per i momenti decisivi delle partite.

A questi quattro, si aggiunge il grande IQ cestistico di Boris Diaw, playmaker aggiunto dalla posizione di power forward, un Thiago Splitter definitivamente consolidatosi ad alto livello, Danny Green che resta un tiratore micidiale prontissimo a punire chiunque sugli scarichi, più ovviamente i soliti Bonner, De Colo, Joseph e Mills, oltre a Aron Baynes, lungo bianco da 213 cm. Vediamo, quindi, il roster della prossima stagione dei San Antonio Spurs:

1. Tony Parker (1982, playmaker, 188 cm – SAN ANTONIO SPURS, 20.0 punti, 7.4 assist, 3.0 rimbalzi)

2. Danny Green (1987, guardia, 198 cm – SAN ANTONIO SPURS, 10.5 punti, 1.8 assist, 3.1 rimbalzi)

3. Kawhi Leonard (1991, ala piccola, 200 cm – SAN ANTONIO SPURS, 11.3 punti, 1.5 assist, 5.7 rimbalzi)

4. Tim Duncan (1976, ala-pivot, 213 cm – SAN ANTONIO SPURS, 17.0 punti, 2.6 assist, 9.5 rimbalzi)

5. Tiago Splitter (1985, centro, 211 cm – SAN ANTONIO SPURS, 10.3 punti, 1.6 assist, 6.4 rimbalzi)

6. Nando De Colo (1987, playmaker, 193 cm – SAN ANTONIO SPURS, 3.8 punti, 1.9 assist, 1.9 rimbalzi)

7. Marco Belinelli (1986, guardia, 196 cm – CHICAGO BULLS, 9.5 punti, 2.0 assist, 1.9 rimbalzi)

8. Manu Ginobili (1977, guardia, 198 cm – SAN ANTONIO SPURS, 10.8 punti, 4.2 assist, 3.1 rimbalzi)

9. Boris Diaw (1982, ala forte, 203 cm – SAN ANTONIO SPURS, 5.8 punti, 2.4 assist, 3.4 rimbalzi)

10. Matt Bonner (1980, ala grande, 208 cm – SAN ANTONIO SPURS, 3.6 punti, 0.5 assist, 1.6 rimbalzi)

In questo contesto, forte e compatto, si dovrà inserire il nostro Marco Belinelli. Il suo ruolo è ancora da decifrare, probabilmente partendo dalla panchina in una squadra che vuole nuovamente vincere il titolo prima che, come detto, Duncan e Ginobili appendano le scarpe al chiodo definitivamente.

E’ ovvio che il sesto uomo sarà ancora Manu Ginobili, usualmente il primo a subentrare dalla panchina per dare impatto sulla partita e cambiare ritmo, producendo usualmente un break importante, poi Diaw chiaramente, per dare riposo a Duncan o per cambiare Splitter, se sta girando a vuoto. Ecco, Marco Belinelli ad oggi è l’ottavo uomo, anche se in sostanza ha sostituito Gary Neal, potrebbe avere maggiori responsabilità rispetto all’americano, soprattutto perchè Popovich potrebbe ulteriormente ridurre i minuti di Manu Ginobili, quantomeno in regular season, per preservarlo per i playoff, dove, almeno dalla seconda serie, dovrà garantire almeno 28-30 minuti a sera.

In un sistema come quello Spurs, Marco potrebbe rendere al meglio, il che vorrebbe dire mantenere i numeri delle precedenti stagioni, che non vorrebbe dire semplicemente essersi confermato, bensì aver fatto il definitivo salto di qualità perchè quei numeri a San Antonio significano “elitè Nba”. sarà dura, sarà difficile, ma Belinelli è mentalmente un duro, non molla mai e, soprattutto ha uno staff tecnico che crede in lui, una squadra unita e uno dei big3 che può definirsi un suo amico, visti i precedenti in maglia Virtus Bologna.

Sotto il punto di vista tecnico, Belinelli si troverà a proprio agio, perchè, non appena sarà entrato nei meccanismi, si ritroverà in una macchina perfetta, con gli ingranaggi che girano con precisione da orologio svizzero, ognuno assolutamente consapevole dei propri obblighi e compiti, nessun dettaglio lasciato al caso. Soprattutto, una circolazione di palla spaventosa, con Ginobili e Parker unici designati ad aprire le difese per creare spazi per i tiratori, uno dei quali sarà proprio Belinelli, pronto sugli scarichi a punire le difese avversarie.. e ne arriveranno di palloni buoni per mettersi in mostra, statene certi!

In più, Belinelli è ormai un giocatore completo, certamente un tiratore come pochi, anche da distanze siderali, la scorsa stagione spesso uomo del canestro decisivo, capace di giocare anche il pick’n roll dal palleggio, sia per concludere in proprio che per servire un assist al bloccante di turno. Inoltre, è miglioratissimo nella visione di gioco e nella capacità di trovare il compagno smarcato, in difesa resta un agonista tremendo, non molla mai, farsi battere non rientra nel suo DNA, certo non potrà mai essere l’atleta numero 1 in Nba, ma in campo ha sempre il coltello tra i denti e questo, insieme alla sua tecnica, fa la differenza, anche nella considerazione del coach. Pertanto, all’occorrenza, Beli potrebbe anche aprire l’attacco giocando il pick’n roll, e giocarlo con Tim Duncan deve essere davvero un piacere. Certo, per questo magari c’è tempo, prima di tutto bisogna conquistarsi minuti e fiducia, e quello si ottiene con l’applicazione difensiva, fondamentale per ottenere la considerazione di Gregg Popovich, e mettendo dentro i tiri piazzati.

Insomma, ambiente perfetto, grandi prospettive, il coach che lo ha elogiato ripetutamente, adesso sta a Marco darci dentro! In bocca al lupo.

Andrea Di Vita