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Siena vince la quinta Coppa Italia consecutiva, detta così, sembra non ci sia nulla di nuovo.

A ben vedere, non è così, questa Siena è squadra nuova, ridimensionata nel budget, meno rotazioni, squadra più corta, via il coach delle grandi vittorie, Pianigiani, via i lituani, via il capitano, una cosa è rimasta, a Siena vogliono vincere, a Siena la mentalità è sempre la stessa.

Meno belli a vedersi rispetto a Sassari, Brindisi o Roma magari, Siena è stata costruita da Luca Banchi su basi solide, quelle a Siena sanno efficacemente creare, la difesa, a uomo, a zona, difese miste, qualsiasi cosa per mandare in confusione l’avversario, per distruggerlo. Annientati Ere e Banks, limitati i cugini Diener, per quanto è possibile farlo, sulla difesa a Siena hanno prodotto l’ennesimo capolavoro, stavolta senza spendere più di tutti, stavolta da vero e proprio punto di riferimento del movimento cestistico italiano.

In questo contesto, emerge Daniel Hackett, 24enne playmaker di 1.99, italiano di Forlimpopoli, dialetto facilmente riconoscibile, è andato in California a svezzarsi durante il periodo universitario, salvo far ritorno in Italia con potenzialità Nba.

Un anno di calvario a Treviso, proprio sotto coach Vitucci, poi la rinascita a casa, in quel di Pesaro, adesso a Siena, da mvp, con un ruolo alla Kaukenas, spaccando le partite dalla panchina, anche se con caratteristiche ben diverse, Danny boy attacca il ferro con potenza atletica devastante, difende quasi meglio di David Moss e, almeno ieri, ha mostrato un tiro da tre punti notevolmente migliorato.

Queste le parole di Daniel, interrogato su un possibile futuro in Nba: “Per adesso il mio presente è a Siena, poi si vedraà. Magari tra quattro anni diranno che non sono buono a tirare e non so difendere, e andrò in B1 a fare l’ala forte.” Tutto è possibile, difficile si dirà che non sappia difendere. Prossimo viaggio, la Nba. In bocca al lupo, Daniel!