Quattro giorni al Forum di Assago, la solita conclusione: la coppa Italia resta a Siena.

basket_ms_hackett01_w

La Mens Sana, a questo punto, deve essere sempre più un punto di riferimento per l’intero movimento, stavolta vince

con un budget ridimensionato, una squadra completamente nuova, riferimenti totalmente variati rispetto agli ultimi anni, la solita grande difesa. Un esempio.

Siena è più squadra, più pronta ad alto livello, quando contano i dettagli, e questa differenza probabilmente è frutto del lavoro di Banchi.

A parte questo, non si può non constatare come siano state vicine le altre squadre, sembra strano da dire ma è la verità, si può affermare che sette squadre escono vittoriose o, comunque, con sensazioni positive, a testa alta, da queste final eight, solo per una si può parlare di fallimento, la padrona di casa, l’Olimpia Milano.

Ma partiamo dall’inizio, le eliminate ai quarti:

  • Cantù stava per fare una magra figura, invece si è ripresa, ha fatto un grande parziale finale, dimostrando carattere e grinta, ha avuto un gran Leunen, ottima notizia, Tabu ha dimostrato che è un playmaker titolare di alto livello, sono stati sconfitti a rimbalzo ma erano senza Tyus. Aradori ha giocato bene, esce a testa alta, aveva qualche aspettativa in più, dovrà inserire Mancinelli, ma dirà la sua fino alla fine, anche in chiave scudetto. Si deve mangiare le mani per Mike Green, ce l’avevano in casa, l’hanno mandato via.
  • Reggio Emilia era felice di esserci, l’obiettivo è la salvezza, magari senza troppi patemi. Ha giocato alla pari con Siena, è stato necessario Ress per chiudere la partita, fuori a testa altissima!
  • Brindisi a testa ancora più alta, anche perché è stata ad un passo dalla vittoria contro Sassari, senza Robinson fuori per infortunio, e ci ha regalato la partita probabilmente più bella e divertente di tutte le final eight. Magari non è una concorrente per lo scudetto ma state certi che nessuno vorrà incontrarla al primo turno.
  • Infine, Milano, un fallimento totale, una figuraccia senza eguali. Parlare di ricostruzione non ha senso, a parere di chi scrive, visto che alla fine si perde comunque, via i greci, dentro Melli e Radosevic, via Langford, dentro Gentile e Basile, via Bremer, spazio a Giachetti, e come va si vedrà, almeno i giovani acquistano esperienza. Staremo a vedere cosa deciderà la dirigenza milanese, intanto Fotsis sembra già in partenza.

Adesso le eliminate in semifinale:

  • Roma, uscita con onore contro la capolista Varese, con qualche recriminazione per i troppi liberi concessi ai varesini, si ritrova un grande Datome, un gruppo affiatato, che sicuramente ormai è una realtà del nostro campionato. Potrà farsi valere nei playoffs, dove sarà una mina vagante, senza ambizioni ma capace di batter chiunque. Sarà però in estate che la dirigenza dovrà darsi da fare, per non smarrire quanto di buono costruito in questa stagione.
  • Sassari, fuori a testa alta, con onore, poteva fare di più, quando al terzo quarto era avanti di tredici contro Siena, ha pagato l’inesperienza e le rotazioni cortissime, senza Vanuzzo. In ottica campionato, può batter chiunque e, mai come in questa stagione, sognare è permesso a tutti. Si ritrova un Thornton ringiovanito ed in forma strepitosa e un Sacchetti responsabilizzato, ma anche una nota negativa, se non girano al massimo i Diener, in panchina non ci sono alternative.

E adesso le finaliste:

  • Varese ha dimostrato perché è la capolista, sarà presente fino alla fine, ha sfoggiato grande orgoglio in finale, risalendo fino a meno tre, quando ormai sembrava annientata dalla Montepaschi Siena, reagendo nonostante Ere e Banks non siano pervenuti. Con un Mike Green così, a Varese ci si può attendere di tutto.
  • A Siena era cambiato tutto, non è variata la voglia esagerata di vincere. Quest’anno la differenza non è tecnica, non sta nel budget, lo staff tecnico ha creato nuovamente un sistema perfetto, una difesa fantastica, alternando uomo, zona, difese miste, il tutto per mandare gli avversari in confusione, sono cambiati gli interpreti, è cambiato il coach, diminuito il budget, nonostante tutto Siena è rimasta al vertice, da esempio per tutti.

Quindi la coppa Italia è rimasta a Siena, mai come prima le altre sono state vicine, da adesso almeno quattro o cinque squadre possono ambire legittimamente a dire la propria in campionato, da adesso inizia la volata scudetto, e si prospetta davvero avvincente.